Professori di diritto, filosofi, storici, economisti, e letterati, titolari di cattedre in 26 facolta’ italiane. I loro nomi, tra cui quelli di molti noti intellettuali, compaiono nella lista nera pubblicata sul sito neonazista ”Holywar’. Sono 163 i docenti italiani finiti nell’elenco. Sono accusati di essere ”sayanim” – cioe’ devoti- e di collaborare con i servizi segreti israeliani.
”Per questo – mette in guardia il sito- sono da considerare persone molto pericolose”. E l’elenco non e’ l’unico, perche’ ”Holywar” ha un’intera sezione dedicata al nostro Paese. Dentro ci si trovano anche i nomi di altre personalita’, accusate di essere ”complici” di Israele: tra gli italiani, direttori di giornali, editorialisti, cronisti, semiologi, filosofi, scrittori, deputati, parlamentari europei e, ovviamente, esponenti della comunita’ ebraica. Sulla comparsa di questi elenchi sarebbero in corso accertamenti della Digos e della polizia postale. E il Dipartimento della Pubblica Sicurezza ha inviato una circolare a prefetti e questori per innalzare la vigilanza e la tutela sugli obiettivi sensibili legati alla comunit… ebraica e aumentare il livello dell’attivit… informativa e investigativa. La schedatura dei prof fatta dal sito antisemita ha interessato le universita’ di mezza Italia: Roma, Trieste, Torino, Udine, Venezia, Milano, Pavia, Bologna, Ferrara, Modena, Reggio Emilia, Genova, Firenze (la presenza di quattro docenti dell’ateneo del capoluogo toscano e’ indicata oggi su ‘Il Corriere Fiorentino’), Pisa, Perugia, Urbino, Macerata, Napoli, Chieti, Cassino, Lecce, Bari, in Calabria e a Palermo. Sul sito compaiono anche i nomi di due professori italiani che insegnano in Inghilterra e in Germania. Gia’ nel febbraio scorso, il sito ”Holywar”, insieme a un altro portale neonazista, ”Stormfront”, era finito nel mirino degli agenti dopo la pubblicazione di un’altra lista, in cui venivano riportati 78 cognomi di pisani ebrei. Tre mesi fa era stata la volta di nomi di esponenti della comunita’ ebraica romana ad essere pubblicati. Le indagini pero’ non sono bastate a frenare la propaganda antisemita condotta dalle pagine web del portale, che anzi pare aver ampliato i suoi elenchi, fornendo indicazioni per individuare gli ebrei e le famiglie di origine ebraica residenti in Italia. E per chi vuole approfondire la ricerca, sono indicate anche le zone. Se non e’ una ”caccia all’ebreo” quella a cui ci si trova davanti, e’ qualcosa di molto simile. Un elenco, l’ennesimo, riporta 1650 cognomi riconducibili a circa 10.000 famiglie italiane di origine ebraica. I cognomi sono raggruppati sia in ordine alfabetico che in base alla provincia dove sono piu’ diffusi. I patronimici, definiti ”i cognomi degli ebrei e dei falsi convertiti”, sono raccolti in liste diverse per ciascuna delle zone ritenute a maggiore diffusione. In particolare, nella sezione del sito denominata ”il problema della sinagoga di Satana”, si trova l’elenco delle famiglie di origine ebraica di Roma, Firenze, Pitigliano (Grosseto), Pisa, Livorno e Genova. Sempre sulla pagine web in cui e’ riportato l’elenco, compare l’invito a scaricare dalla rete un film di propaganda antisemita uscito in Germania nel 1940, ”per conoscere – viene spiegato – la minaccia che viene dalla lobby ebraica”. L’attenzione e’ alta nella Comunita’ ebraica. Secondo il presidente della comunita’ ebraica romana Riccardo Pacifici ”c’e’ oramai bisogno di una legge, a livello internazionale”, che blocchi sul web i fenomeni di incitamento all’odio xenofobo, al razzismo, e quindi all’antisemitismo, ”cosi’ come avviene per la pedopornografia”. Per il presidente degli ebrei romani, l’Italia potrebbe farsi promotrice europea di questa legge da portare poi all’Onu. Pacifici ha anche sottolineato la necessita’ che ”si velocizzino” i processi gia’ in corso contro ”i criminali” sul web.