Beni per un valore complessivo di 7 milioni di euro sono stati sequestrati a Palermo dalla Guardia di Finanza, in esecuzione di un provvedimento emesso dalla sezione Misure di prevenzione del Tribunale del capoluogo siciliano.
I sigilli sono stati posti ad un’impresa edile e ad un intero fabbricato con garage, appartamenti e locali ad uso commerciale appena realizzato nel centro di Palermo. L’operazione costituisce l’ultima fase di un’attivita’ di indagine svolta dal nucleo di Polizia tributaria delle Fiamme gialle e scaturita dopo i sequestri di societa’, attivita’ commerciali e beni immobili, del valore complessivo di 32 milioni di euro, operati dalla Guardia di finanza nel novembre 2011, nei confronti di alcuni prestanome della famiglia mafiosa di Brancaccio nell’ambito dell’operazione ”Madre Natura”. Gli investigatori, cosi’, hanno scoperto la ‘scalata’ di un ex parcheggiatore abusivo, diventato da un giorno all’altro costruttore edile, che, a fronte di redditi dichiarati al fisco di poche decine di migliaia di euro, ha costruito con rifiniture di pregio, tra il 2007 ed il 2009, un intero stabile, composto da seminterrato adibito a garage, sei locali climatizzati ad uso ufficio al piano ammezzato, ascensore interno e 12 ampi appartamenti ai tre piani soprastanti. I sospetti delle Fiamme gialle hanno trovato riscontro nelle dichiarazioni del collaboratore di giustizia Fabio Tranchina, che ha riconosciuto l’imprenditore, soprannominato ”il marinaio” per la sua abitudine di portare un cappello da marinaio, come prestanome di Cesare Lupo, gia’ reggente della famiglia mafiosa di Brancaccio. Le successive indagini finanziarie hanno permesso di appurare che l’imprenditore edile non disponeva in proprio delle risorse finanziarie necessarie alla costruzione dello stabile, ne’ era stato in alcun modo finanziato da istituti di credito. L’attivita’ ispettiva di carattere contabile, che ha interessato la ditta di costruzioni, ha poi posto in luce come anche la contabilita’ non rispecchiasse in alcun modo la reale situazione patrimoniale ed economica dell’impresa, ne’ la sua effettiva gestione, a causa delle numerose e gravi irregolarita’ riscontrate dai finanzieri. ”L’accertata contiguita’ con esponenti di spicco della famiglia mafiosa del Brancaccio, unita all’evidente sperequazione tra i beni posseduti e la capacita’ reddituale dichiarata e l’accertata sospetta provenienza delle risorse finanziarie di fatto utilizzate per la realizzazione dell’edificio” spiegano gli investigatori, hanno portato alla denuncia dell’imprenditore per trasferimento fraudolento di valori. Su proposta della Procura, il Tribunale di Palermo ha ora disposto il sequestro non soltanto dell’intera palazzina, ma anche dell’impresa.