E’ un giorno di festa al Giambattista Vico di Pomigliano, la fabbrica modello della Fiat. ”Una risposta con i fatti agli scettici, ai detrattori, agli antagonisti per professione”, sottolinea Sergio Marchionne che incassa dal presidente della casa torinese, John Elkann, il sostegno suo e della famiglia. Lo applaudono i 600 operai in tuta bianca che fermano le linee per assistere alla cerimonia di presentazione della nuova Panda. ”Il nostro dovere e’ privilegiare il Paese in cui la Fiat ha le proprie radici. La nostra scelta di fare qui la Panda non e’ basata su principi economici e razionali.
Lo abbiamo fatto considerando la storia della Fiat in Italia, il rapporto privilegiato con il Paese”, dice l’amministratore delegato del Lingotto che conferma i target 2011 e l’intenzione ”di rivedere i numeri del 2012, con una buona possibilita’ di mantenere per il trading profit parte della forchetta prevista”. Invariato anche l’obiettivo dei 6 milioni di vetture vendute fissato per il 2014: ‘posso rivederlo a 5,9 milioni”, scherza il manager. Ai lavoratori di Pomigliano, che Marchionne definisce ”la migliore fabbrica al mondo di tutto il gruppo”, Elkann dice: ”dando un bel calcio ai luoghi comuni piu’ retrivi sul Mezzogiorno avete detto con orgoglio che di faticare non avete nessuna paura”. I primi ad arrivare nello stabilimento Fiat sono i ministri Corrado Passera ed Elsa Fornero, accolti da Elkann e Marchionne a bordo di una Panda azzurra: visitano lo stabilimento e stringono le mani agli operai, poi volano a Roma. Ci sono i rappresentanti delle istituzioni locali, ad eccezione del sindaco di Napoli, Luigi De Magistris che sul suo blog scrive: ”non e’ un giorno di festa per il mondo del lavoro e per la democrazia: sempre oggi si celebra la fine del contratto collettivo nazionale e la fine della rappresentanza sindacale”. E ci sono i sindacati, quelli che hanno firmato il nuovo contratto unico del gruppo, mentre la Fiom protesta fuori dallo stabilimento con lo Slai-Cobas, i sindacati di base e i precari. ”Non siamo stati noi a lasciare fuori la Fiom, ci abbiamo provato a fare un accordo”, afferma Marchionne che definisce inaccettabile ”la rabbia” del segretario generale, Maurizio Landini. Poi aggiunge: ”Non voglio essere trascinato in discorsi politici e ideologici, il nostro mestiere e’ fare auto. Non chiedo elogi, voglio essere lasciato in pace per fare umilmente il lavoro che sono capace di fare, quello da metalmeccanico”. Un concetto su cui insiste anche Elkann: ”il gruppo Fiat-Chrysler non e’ un partito politico, ne’ un movimento d’opinione, e’ un costruttore d’automobili globale”. Marchionne, che riceve dalla Uilm campana una statuetta di Pulcinella contro il malocchio, e’ convinto che l’Italia ce la fara’ e ribadisce l’impegno del Lingotto. ”Far ripartire il Paese – osserva – non e’ solo un compito della politica. Tutti noi, tutti coloro che vogliono un’Italia migliore hanno l’obbligo di mettersi alla prova, di fare qualcosa per cambiare le cose”. Oggi le Fiat in Borsa hanno perso il 5,48% a 3,55 euro e le Industrial il 5,09% a 5,96 euro.