LECCE – Riceviamo e pubblichiamo una nota del ragionier Cosimo Fracasso, in merito a un articolo pubblicato ieri 21 agosto 2012 sul nostro portale. A margine abbiamo riportato una nostra nota per ricostruire i fatti e per indicare l’assoluta credibilità delle fonti su cui si basa l’articolo.

“E’ stato pubblicato e tutt’ora campeggia sul Vostro sito – scrive il ragionier Cosimo Fracasso -, un articolo intitolato “Lecce: falso commercialista truffa lo Stato per 1 milione”, con il quale – sostiene il ragionier Fracasso – venivano mossi al sottoscritto addebiti palesemente diffamatori, peraltro destituiti di ogni plausibile fondamento. A mezzo della presente intende smentire e disconoscere tutte le accuse dichiarandosi pronto a collaborare con gli organi di giustizia per chiarire la vicenda frutto di equivoci e situazioni a mio danno. Si confida in un sereno processo che possa accertare a mancanza di responsabilità penale a mio carico precisando che da anni svolgo attività di Consulente Tributario e non di Commercialista, tutta l’attività prestata è stata svolta secondo legge e tutti i chiarimento del caso saranno portati all’attenzione del magistrato incaricato; si precisa inoltre che ad oggi non è stato notificato sequestro alcuni. Alla stregua di quanto sopra si chiede pertanto particolare attenzione e cura nella gestione del caso atteso che il sottoscritto esercita regolarmente la sua attività e un abuso di cronaca ad oggi infondato e non conseguente ad alcuna sentenza definitiva può creare danno al lavoro svolto”.

 

 

Nota del redattore:

si fa presente ai nostri lettori che il contenuto dell’articolo in questione, intitolato “Lecce: falso commercialista truffa lo Stato per 1 milione” (che vi invitiamo a leggere), si basa sull’inchiesta condotta dalla Guardia di Finanza di Gallipoli, che ha eseguito un’ordinanza di misura cautelare emessa dal Gip di del Tribunale di Lecce, per cui fondandosi su atti giudiziari rientra nel pieno diritto di cronaca e non intende ledere l’immagine di alcuno ma mira solo a riportare i fatti, appunto per il diritto di cronaca che spetta ai giornalisti e ai lettori.

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