Una proposta di legge per tutelare i minori che vivono in contesti di degrado criminale, che crescono all’interno di famiglie mafiose e vengono educati, fin dalla nascita, ai valori criminali dell’omertà, della paura e della vendetta. A presentarla oggi alla Camera è stata la deputata Rosanna Scopelliti, prima firmataria del provvedimento che si è augurata che possa essere approvato da tutte le forze politiche.

In sintesi il documento si pone l’obiettivo di sottrarre i minori a contesti familiari devianti, per dar loro la possibilità di realizzarsi al di fuori di ambienti criminali. Nella proposta sono sì previste garanzie per i genitori, ma prevale sempre l’interesse del minore. Il testo infatti, prevede modifiche al codice civile e a quello penale concernenti la sospensione e la decadenza della responsabilità genitoriale nei riguardi di soggetti appartenenti ad associazioni a delinquere. “Un bambino non può essere usato come scudo come venne fatto per il piccolo Cocò”, ha detto Scopelliti, riferendosi al piccolo ucciso nel gennaio del 2014, a soli tre anni, in Calabria. “Quando ho parlato con i figli di soggetti malavitosi ho capito che una strada si doveva trovare ­ ha chiarito oggi il procuratore della Dda di Reggio Calabria Giuseppe Lombardo ­ alcuni di loro mi hanno chiesto: ‘ma l’alternativa, chi ce la deve dare?. Bisogna dimostrare al minore che una alternativa c’è, e al tempo stesso bisogna evitare di far apparire lo Stato come il soggetto che sottrae il minore all’affetto delle famiglie”. Per il pm, “se non inizia questa discussione, è inutile parlare di battaglie culturali contro la criminalità”. Anche perchè il pm ha sottolineato l’impotenza della magistratura davanti al fatto che si assista spessissimo, nelle famiglie criminali, ad una “rigenerazione, ad una fabbrica dei mafiosi. Questa è anche una iniziativa a carattere preventivo”. L’appoggio alla proposta di legge è stato garantito dalla presidente della Commissione parlamentare Antimafia, Rosy Bindi. Presenti all’iniziativa organizzata da Scopelliti, tra gli altri, il ministro dell’Interno Angelino Alfano e quello della Salute, Beatrice Lorenzin.

 

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