L’interrogatorio dell’ex presidente di Banca Monte dei Paschi Giuseppe Mussari è stato “secretato”. Secondo quanto si apprende, l’interrogatorio sarebbe andato bene e gli stessi tre magistrati, Antonino Nastasi, Aldo Natalini e Giuseppe Grosso, avrebbero potuto fare delle valutazioni. Al momento per Mussari non ci sarebbe nessun’altra convocazione. Accompagnato da 3 ufficiali della GdF, Mussari è salito su un’auto che lo aspettava davanti al Palazzo di Giustizia.

Alcune persone lo hanno contestato anche all’ uscita. ‘Ti e’ finita la pacchia’, ‘vergogna, vergogna’, ‘ladri, siete tutti ladri’. Queste le urla e gli insulti rivolti da alcune persone contro l’ex presidente di Banca Monte dei Paschi, Giuseppe Mussari, mentre usciva dal Palazzo di Giustizia dopo l’interrogatorio al quale è stato sottoposto dai tre magistrati senesi titolari dell’inchiesta sul Monte dei Paschi. All’ingresso, contro di lui sono state lanciate alcune monetine e urlato ‘ladro, ladro’. All’ingresso Mussari, tirato in volto, è stato subito circondato dalle forze dell’ordine che lo hanno accompagnato all’interno del Palazzo di Giustizia facendolo passare tra le telecamere e i giornalisti. Dalla parte opposta della strada un gruppetto di persone ha cominciato ad insultarlo, sono volate offese come ‘ladro’ e ‘buffone, buffone’. Una volta entrato Mussari è salito al terzo piano dove si presenterà tra poco davanti ai pm Antonino Nastasi, Aldo Natalini e Giuseppe Grosso.

Il pm di Milano Angelo Renna ha chiesto la convalida del fermo e la misura cautelare in carcere per Gianluca Baldassarri, l’ex responsabile dell’area finanza di Mps, indagato nell’inchiesta senese per associazione per delinquere, truffa e ostacolo a Bankitalia.Da quanto si è saputo, nella richiesta del pm viene segnalato che l’ex manager aveva già inoltrato la richiesta di iscrizione all’Eire (Elenco italiani residenti all’estero). La richiesta di misura cautelare è basata sul pericolo di fuga e di inquinamento probatorio. Baldassarri è stato fermato per ‘gravi indizi di colpevolezza raccolti a suo carico e per un concreto pericolo di fuga dell’indagato’. Oltre 30.000 euro in contanti sarebbero stati trovati durante la perquisizione. Avrebbe, tra l’altro, già chiesto la doppia residenza a Londra. Baldassarri aveva chiesto lo smobilizzo di Titoli per un controvalore superiore al milione di euro, una richiesta effettuata in data successiva al sequestro eseguito lo scorso 7 febbraio e ordinato dai pm senesi.

Gianluca Baldassarri, l’ex capo dell’area finanza di Mps, avrebbe nascosto documenti relativi all’operazione Alexandria e, in particolare, il contratto di ristrutturazione del debito della banca. E’ per questa accusa e quindi per il reato di ostacolo all’attività di vigilanza di Bankitalia che il pm di Milano Angelo Renna, di turno ieri quando è stato effettuato il fermo del manager, ha chiesto la misura cautelare in carcere (confrontandosi con i colleghi senesi titolari dell’inchiesta). La richiesta di convalida del fermo, effettuato ieri dagli uomini del nucleo di polizia valutaria della Gdf (Baldassarri è stato fermato nella sua casa milanese di via San Vittore), e la richiesta di custodia in carcere arriveranno (in un unico atto) a breve sul tavolo del gip di Milano che poi tra domani e dopodomani terrà l’ interrogatorio di garanzia e dovrà decidere sulla convalida e sulla misura cautelare. Baldassarri si trova da ieri nel carcere milanese di San Vittore e nell’inchiesta senese è indagato anche per associazione per delinquere e truffa.

Da quanto si è saputo, Baldassarri era rientrato in Italia da un viaggio alla Maldive, ma secondi i magistrati c’era il serio rischio che stesse per fuggire all’estero, probabilmente a Londra. Gli investigatori, infatti, avrebbero scoperto che l’ex manager aveva smobilizzato titoli per circa un milione di euro e aveva già presentato richiesta per l’iscrizione nell’Elenco degli italiani residenti all’estero. A carico di Baldassarri ci sarebbe anche il pericolo di inquinamento probatorio, ma non quello di reiterazione del reato (non ha più cariche nell’ istituto di credito). Nella richiesta di carcere si contesta soltanto il reato di concorso in ostacolo alle funzioni di vigilanza di Bankitalia in relazione all’occultamento del contratto di ristrutturazione dell’operazione Alexandria, realizzata con la banca giapponese Nomura.

Il contratto venne trovato il 10 ottobre scorso in una cassaforte del Monte dei Paschi. La Procura della Corte dei Conti della Toscana ha preso contatti con i pm di Siena in merito all’ inchiesta su Banca Mps. Lo ha detto il procuratore regionale della Corte dei Conti, Angelo Canale, a margine della cerimonia di inaugurazione dell’anno giudiziario della Corte dei Conti. Canale ha sottolineato che “al momento la vicenda non ci riguarda”, aggiungendo poi: “Leggo sui giornali che c’é un’ attività ispettiva della Ragioneria dello Stato. Può darsi che il risultato finisca anche su questi tavoli”.

 

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