Manager dei musei, dopo il boom di domande la scelta slitta ad agosto. Lo ha deciso il ministero di Beni culturali e Turismo, con un decreto del dg organizzazione Gregorio Angelini, che stabilisce una proroga di 90 giorni al lavoro della commissione di esperti presieduta da Paolo Baratta.
Le ragioni, si spiega nel provvedimento, stanno “nell’elevato numero di candidature”, oltre 1200, ma anche nella “rilevanza internazionale della procedura”, nonché nella “peculiarità ” della selezione. Insomma, per conoscere il nome del nuovo direttore degli Uffizi o della Reggia di Caserta, come del Polo Reale di Torino o della Galleria Borghese, bisognerà aspettare due mesi e mezzo più del previsto (le nomine erano attese per il primo giugno), ma intanto la commissione, oberata da curricula e colloqui con candidati non solo italiani, può tirare un respiro di sollievo e fare le cose con il tempo che ci vuole. Perché il lavoro è tanto e va fatto con “attenzione e dedizione”, sottolinea all’ANSA il presidente Baratta. E’ lui, in questi giorni impegnato dall’apertura in laguna della Biennale d’Arte, a spiegare le ragioni del provvedimento voluto dal ministero: “Il successo dell’iniziativa comporta un lavoro che non può che essere fatto con grande attenzione e dedizione”, ribadisce. Impegnati con lui per selezionare i nomi giusti per i più importanti musei statali italiani, ci sono altri quattro esperti, dal docente di diritto amministrativo Lorenzo Casini al segretario generale di Villa Medici Claudia Ferrazzi, dall’archeologo Luca Giuliani, professore di archeologia classica e Rettore del Wissenschaftskolleg di Berlino, al direttore della National Gallery di Londra Nicholas Penny. “Lo spostamento della data di conclusione della selezione giova al lavoro di tutti”, fa notare Baratta. Lanciato nel gennaio scorso dal ministro Franceschini e dal premier Renzi anche sulle pagine dell’Economist e scaduto il 15 febbraio, il bando era aperto a italiani e stranieri, purché dotati di titoli di studio e con una “comprovata qualificazione professionale”. Una volta insediati, i magnifici 20 rimarranno in carica per quattro anni con stipendi che vanno dai 145 mila euro lordi annui dei 7 siti super top (tra questi gli Uffizi e la Reggia di Caserta) ai 78 mila, sempre lordi, degli altri 13 musei, che la legge, più che altro per esigenze di risparmio, considera “uffici di livello dirigenziale non generale”. E allo stipendio base il bando prevede l’aggiunta di una “retribuzione di risultato” (fino ad un massimo di 40 mila euro per i sette super top e fino a 15 mila per gli altri). In cambio viene chiesto molto, dalla “programmazione, l’indirizzo, il coordinamento e il monitoraggio di tutte le attività di gestione del museo, compresa l’organizzazione di mostre, allo studio, valorizzazione, comunicazione e promozione del patrimonio museale”, dalla gestione del personale (che comunque, almeno per il momento rimane dipendente dal ministero) alle decisioni su orari, prezzo dei biglietti, autorizzazione dei prestiti delle opere, affidamento delle attività e dei servizi pubblici di valorizzazione del museo.