E’ partita la caccia al numero uno dell’Anonima sequestri sarda, Attilio Cubeddu, 65ene di Arzana (Ogliestra), che e’ vivo, e non morto, come qualcuno voleva far credere per farne perdere le tracce, ed e’ protetto da una organizzazione criminale ogliastrina che da 14 anni gli fornisce assistenza.

Cubeddu sarebbe deciso a tutto e armato con due bombe a mano un fucile e due pistole, e da stamani il procuratore capo della Procura di Lanusei, Domenico Fiordalisi, ha deciso di mettere fine alla latitanza di Cubeddu. Oltre 150 uomini della polizia, coordinati da Fabrizio Mustaro capo della squadra mobile di Nuoro in collaborazione con quella di Cagliari, e dei commissariati di Tortoli’ e Lanusei, coordinati dallo stesso Fiordalisi, stanno battendo palmo a palmo l’Ogliastra, in particolar modo Arzana, Lanusei, Cardedu e Gairo, ma soprattutto le impervie campagne, con perquisizioni domiciliari e negli ovili, per stanare il pericoloso latitante e disarticolare l’organizzazione che da 14 anni ad Arzana gli ha fornito protezione e supporto logistico. Il procuratore capo di Lanusei, sembra dopo un ”tentativo di contatto” tra l’organizzazione che protegge Cubeddu e le forze di polizia, ha deciso di dare massima priorita’ alla cattura e di non avviare nessuna trattativa, essendo tra i primi della lista dei latitanti piu’ pericolosi d’Italia. Sul sito della polizia di Stato compare come il primo di nove, tra i quali Matteo Messina Denaro, Marco Di Lauro e Domenico Condrello. Cubeddu, inserito nel programma speciale di ricerche della Direzione centrale della Polizia Anticrimine, e’ ricercato dal 1997, per non aver fatto rientro, al termine di un permesso, nella carcere di Badu e’ Carros (Nuoro), ove era ristretto, per sequestro di persona, omicidio e lesioni gravissime. Il 18 marzo del1998 sono state diramate le ricerche in campo internazionale, per arresto ai fini estradizionali.

CHI E’ ATTILIO CUBEDDU

Attilio Cubeddu, contro il quale e’ partita oggi una vera e propria caccia all’uomo, e’ nato ad Arzana (Ogliastra) il 2 marzo del 1947, ed e’ uno dei massimi esponenti dell’anonima sequestri sarda, noto soprattutto per il sequestro dell’imprenditore bresciano Giuseppe Soffiantini, ma responsabile tra il 1981 e il 1983 dei sequestri Rangoni Macchiavelli, Bauer e Peruzzi tra la Toscana l’Emilia Romagna. Nel 1984 fu arrestato a Riccione e condannato a 30 anni di carcere per omicidio, sequestro di persona e lesioni. Ma in carcere si comporto bene, e riusci’ a farsi concedere numerosi permessi premio finche’ nel 1997 usci’ dal carcere nuorese di Badd’e Carros e fece perdere le sue tracce. Permessi che scatenarono un’infinita’ di polemiche proprio per la concessione di questo tipo di benedici ad un uomo pericoloso come Cubeddu. Qualche mese dopo, il 17 giugno 1997 a Manerbio (Brescia), venne sequestrato Soffiantini. Fu liberato il 9 febbraio 1998, dopo il pagamento di un riscatto di cinque miliardi di vecchie lire versati in dollari. In quel frangente mori’ l’ispettore dei Nocs Samuele Donatoni, ucciso dal fuoco ‘amico’ quando fini’ in tragedia il blitz voluto dagli inquirenti per catturare i sequestratori, attirandoli nella trappola di un finto pagamento del riscatto a Riofreddo (Rm) ai confini tra Lazio e Abruzzo. Subito dopo scatto’ la caccia ai due carcerieri di Soffiantini, Attilio Cubeddu e Giovanni Farina. Farina fu preso in Australia perche’ lascio’ dietro di se troppe tracce e seguendo un bonifico partito da una banca svizzera gli investigatori erano arrivati alla sua cattura, in Australia. Di Cubeddu invece si persero le tracce: si fece girare la voce che era morto, ma evidentemente era rientrato in Sardegna, nella sua Arzana, ben protetto da una fitta rete di amicizie. E ben armato. Quattordici anni alla macchia, ai quali, il capo della procura di Lanusei, Domenico Fiordalisi e quello della squadra mobile di Nuoro, Fabrizio Mustaro, hanno deciso di porre la parola ‘fine’.

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui