“Il presidente degli Stati Uniti, Barack Obama, ha deciso di condividere oggi questa informazione, finora classificata”. “Dobbiamo fare il massimo per assicurarci” che la morte di due ostaggi innocenti “non si ripeta”, si legge ancora nella nota, in cui si afferma che è in corso un’indagine indipendente per verificare cosa sia successo e fare in modo che questi incidenti non avvengano di nuovo in futuro.

Giovanni Lo Porto, palermitano di 40 anni, era arrivato da tre giorni in Pakistan per conto della ong tedesca Welt Hunger Hilfe, quando fu rapito il 19 gennaio 2012 insieme al collega Bernd Muehlenbeck, che lo scorso ottobre è stato liberato dalle forze speciali di Berlino. Il presidente americano Barack Obama ha detto di avere parlato ieri con il presidente del Consiglio Matteo Renzi a proposito di Giovanni Lo Porto, l’italiano rapito in Pakistan da al Qaida nel gennaio 2012 e ucciso durante un raid statunitense contro i terroristi in una regione al confine tra Afghanistan e Pakistan, nel gennaio scorso. Obama ha spiegato che “il governo americano ha fatto tutto il possibile per localizzare” il cittadino italiano “e portarlo a casa alla sua famiglia”. “Mi assumo tutte le responsabilità” delle operazioni anti-terrorismo condotte dagli Usa, come quella in cui Giovanni Lo Porto, l’italiano rapito in Pakistan da al Qaida nel gennaio 2012, è stato ucciso, in una regione al confine tra Afghanistan e Pakistan, nel gennaio scorso. Lo ha detto il presidente americano Barack Obama spiegando “il grande dolore” che prova per la perdita del cittadino italiano e di quello americano, morti nel raid contro i terroristi. “Il lavoro di Giovanni l’ha portato in tutto il mondo, per esempio ad Haiti e in Pakistan; era pieno di passione. Il suo lavoro riflette l’impegno dell’Italia, che è un alleato molto importante. Siamo legati all’Italia dagli stessi valori”. Lo ha detto il presidente degli Stati Uniti, Barack Obama, parlando dei due ostaggi uccisi – l’italiano Giovanni Lo Porto e l’americano Warren Weinstein. – nel raid statunitense contro al Qaida al confine tra Pakistan e Afghanistan. “Verificheremo e renderemo pubblici tutti i dettagli dell’operazione, perché i familiari devono conoscere la verità, anche se alcuni punti rimarranno segreti. Questa operazione è stata condotta seguendo le linee guida ed era indirizzata a colpire un compound di al Qaida per bloccare i terroristi. Crediamo che l’operazione abbia ucciso membri importanti di al Qaida, ma non sapevamo che stessero nascondendo lì anche Giovanni. E’ una verità cruenta”.

 

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