La condanna all’ergastolo di Raffaele Sollecito e di Amanda Knox perché ritenuti responsabili dell’omicidio di Meredith Kercher è stata chiesta dai pg al termine della loro requisitoria nel processo d’appello che si sta svolgendo a Perugia. I magistrati dell’accusa hanno anche chiesto, in alternativa

, alla Corte di secondo grado una perizia su una traccia genetica sul coltello. In primo grado la Knox (accusata anche di calunnia nei confronti di Patrick Lumumba) e Sollecito sono stati condannati a 26 e 25 anni di reclusione che stanno scontando in carcere.

Entrambi si proclamano innocenti. La procura generale – rappresentata in aula da Giancarlo Costagliola, Manuela Comodi e Giuliano Mignini – ha chiesto, appellando la sentenza di primo grado, il riconoscimento dell’aggravante dei futili motivi e l’esclusione delle attenuanti generiche ai due imputati. Lunedì cominceranno le arringhe delle parti civili, tra le quali i legali della famiglia Kercher, poi il giorno successivo prenderanno la parola le difese. Prima quella di Sollecito e quindi la Knox. La sentenza è attesa all’inizio di ottobre. Per l’omicidio Kercher è già stato definitivamente condannato a 16 anni di reclusione, con il rito abbreviato, Rudy Guede. Anche lui, detenuto, si proclama estraneo all’omicidio della studentessa inglese uccisa a Perugia la sera del primo novembre del 2007.

 

Raffaele Sollecito e Amanda Knox, insieme a Rudy Guede, “hanno ucciso per nulla” Meredith Kercher. Lo ha sottolineato il pm Manuela Comodi nella parte finale della sua requisitoria davanti alla Corte d’assise d’appello di Perugia. In particolare, nella parte in cui ha sollecitato il riconoscimento dell’aggravante dei futili a carico dei due giovani. “La sentenza di primo grado – ha sottolineato la Comodi – ha dato conto della progressione di violenza che ha caratterizzato l’azione degli imputati. Prima la violenza sessuale, in adesione agli istinti di Guede. Poi quella fisica sospinta fino alla soppressione della vita di Meredith che tentava di resistere agli approcci sessuali”. Il pm ha parlato della “scelta del male fatta per soddisfare bassi e riprovevoli istinti che è poi l’essenza dell’aggettivo ‘futile’ che significa proprio ‘banale, inutile'”.

“E se, quindi, vi diranno, come è già stato detto, che questo è un delitto senza movente – ha sottolineato la Comodi -, sarà la prova della futilità dei motivi per cui una ragazza poco più che ventenne è stata sgozzata nella sua camera; sarà la prova della assoluta inspiegabilità della condotta criminosa; sarà la prova della estrema pericolosità sociale degli imputati”. Amanda Knox e Raffaele Sollecito “meritano l’ergastolo” perché il fatto loro contestato “é gravissimo e deve trovare giustizia”.

A dirlo ai giornalisti è stata il pm Manuela Comodi lasciando l’aula dove si è svolto il processo d’appello per l’omicidio di Meredith Kercher. “Credo che l’Ufficio della procura generale – ha aggiunto il magistrato – sia riuscito a ricostruire l’intero processo di primo grado e tutte le prove a carico degli imputati. Siamo soddisfatti. Il ragionevole dubbio? Per me – ha concluso la Comodi – non c’ è mai stato”. Amanda Knox impugnava il coltello con il quale – secondo l’accusa – venne uccisa Meredith Kercher. Lo ha sostenuto il pm Manuela Comodi nella sua requisitoria del processo d’appello in corso a Perugia. In particolare il pubblico ministero ha fatto riferimento alle tracce di Dna trovate dalla polizia scientifica sulla lama e vicino all’impugnatura del coltello stesso, attribuite a Meredith Kercher e alla studentessa americana. Risultati ritenuti non attendibili dai periti della Corte ma difesi dal magistrato che si sta soffermando sull’argomento. Secondo la Comodi è provata anche la presenza del Dna di Raffaele Sollecito e della Kercher sul gancetto di reggiseno della vittima. Lasciato dal giovane pugliese – ha sostenuto il pm – “mentre toglieva con violenza l’indumento”.

“Ma anche a non volere considerare validi questi elementi – ha sottolineato la Comodi – le tracce di sangue misto di Amanda e Meredith in bagno, l’impronta del piede insanguinato di Sollecito su un tappetino e quelle di Amanda e Raffaele sul corridoio permettono di affermare la presenza degli imputati nella casa del delitto e quindi la loro responsabilità”.

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