Seviziato a lungo, pugnalato, denudato, cosparso di liquido infiammabile e poi dato alle fiamme nel tentativo di evitarne il riconoscimento. Quando gli agenti delle Volanti aprirono la porta trovarono il cadavere con mani e piedi legati a una sedia: Giovanni Novacco, di 23 anni, mori’ dopo 15 ore di torture.
Il Gup di Trieste Guido Patriarchi ha condannato all’ergastolo, con rito abbreviato, Alessandro Cavalli, di 36 anni, e Giuseppe Console, di 26, di Trieste, riconoscendoli colpevoli di omicidio volontario pluriaggravato e sequestro di persona pluriaggravato. Console, in particolare, e’ stato condannato anche a un anno (oltre all’ergastolo) per il reato di maltrattamenti. Secondo la ricostruzione fatta dalla polizia, che l’autorita’ giudiziaria ha riconosciuto completamente, i due agirono per ragioni passionali: Novacco era amico del nuovo compagno della ex moglie di Console, gia’ denunciato per stalking verso la donna. Sequestrarono Novacco la notte del 25 agosto 2011 e lo portarono in un appartamento abbandonato nel rione Gretta dove lo torturarono e uccisero. Minuti, come la vittima, Cavalli e Console hanno avuto ruoli diversi nel massacro, il primo sarebbe stato complice del secondo, materiale esecutore del delitto. Ma il magistrato, in ragione dell’efferatezza dell’omicidio e degli abbietti motivi, non ha ritenuto opportuno distinguere le due posizioni. Minuti ma diversi: a Cavalli manca un arto superiore e zoppica vistosamente; Console era invece definito un ‘bullo di quartiere’, salutista, esperto in arti marziali e fan di Toto’ Riina su Facebook. Con propensione alla violenza: nel carcere di Gorizia mesi fa, dove era rinchiuso in attesa del processo, tento’ un’evasione aggredendo alcuni agenti. Uguali invece, Cavalli e Console, in aula: entrambi hanno ascoltato il dispositivo della sentenza senza reazione. D’altronde, non si tratta di ”un fulmine a ciel sereno”, come ha detto il difensore di Console, l’avvocato Paolo Bevilacqua; la colpevolezza era scontata; la sentenza pure. Lo stesso pubblico ministero, Massimo De Bortoli, e’ stato inequivocabile: ”Abbiamo ottenuto quello che avevamo chiesto”. Ma e’ solo il primo grado di giudizio, ”il percorso e’ ancora lungo”, specifica Bevilacqua, e non e’ escluso che si riesca a rosicchiare qualche anno. Nella vicenda un ruolo l’ha avuto anche Barbara Tardivo, di 30 anni, moglie di Cavalli, che, come ricorda uno degli avvocati di parte civile, Laura Luzzatto Guerrini, ha patteggiato dieci mesi. Era stata accusata di favoreggiamento e omissione di soccorso. Ugualmente distrutte, invece, le madri: quella di Cavalli e’ scomparsa, ma quelle di Novacco e di Console erano entrambe in aula, ammutolite.