“Nel dubbio non si condanna. Il dubbio nel processo penale, per poter giungere a una condanna, deve trasformarsi in certezza”. Cosi’, citando alcuni illustri giuristi, il legale Franco Coppi, uno dei difensori di Sabrina Misseri, si e’ espresso nella replica pronunciata all’udienza del processo in Corte di assise a Taranto per il delitto di Sarah Scazzi. “Il giudce – ha proseguito rivolgendosi ai due togati e ai sei non togati che compongono la Corte – deve raggiungere una convinzione incrollabile sulla verita’ dell’accusa.
Potete dire in piena coscienza, tranquillita’ e serenita’ che le prove dell’accusa producono una incrollabile certezza sulla tesi accusatoria?”. E inoltre ha avvertito: “non si condanna sulla base di un giudizio probabilistico”. Quello che viene rapprsentato dall’accusa deve avere “un significato univoco”, ha sottolineato Coppi. Quindi ha elencato una serie di “temi” decisivi del processo sui quali la Corte dovra’ superare “ogni ragionevole dubbio” e raggiungere “una incrollabile certezza”.
Coppi e’ tornato criticare “la carica di suggestione e la forza di persuasione” con i quali sono stati condotti da parte dei pubblici ministeri gli interrogatori di Michele Misseri”, durante la fase delle indagini preliminari. Quindi ha spiegato di non essere abituato a concludere con la mozione degli affetti e in questo caso a maggior ragione l’ha esclusa perche’ in genere la si fa “per i colpevoli. L’innocente non ha bisogno di pieta’ ma di giustizia”. Infine, ricordando che Sabrina si trova detenuta esattamente da due anni e sei mesi, ha ribadito la richiesta di assoluzione. L’udienza e’stata sospesa per una breve pausa e riprendera’ con le repliche dell’altro difensore di Sabrina, l’avvocato Nicola Marseglia e con quelle degli avvocati di Cosima Serrano, Luigi Rella e Franco De Jaco.