La Procura di Trapani ha chiuso le indagini a carico di Antonio Incandela, il manovale di 32 anni accusato dell’omicidio di don Michele Di Stefano, il settantanovenne parroco della frazione di Ummari (Trapani) ucciso a bastonate nella canonica della chiesa Gesu’, Maria e Giuseppe lo scorso 26 febbraio.

Nell’avviso di conclusione delle indagini, condotte dai carabinieri e coordinate dal sostituto procuratore di Trapani Massimo Palmeri, a Incandela viene anche contestata una serie di furti che avrebbe commesso dopo l’omicidio, quando era intercettato dagli inquirenti che lo hanno arrestato il 17 aprile scorso. Incandela, che ha confessato, ha detto che voleve “dare una lezione” al sacerdote perche’ irritato dalle sue omelie, ma di non aver avuto l’intenzione di ucciderlo. L’operaio e’ difeso dall’avvocato Orazio Rapisarda, nominato d’ufficio dopo che il legale di fiducia inizialmente indicato da Incandela, Giancarlo Pocorobba, ha rinunciato all’incarico.

 

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