Ritardi e inadempienze delle Regioni per l’erogazione dei fondi previsti, carenza di personale per le strutture di assistenza sul territorio ed il rischio concreto che le nuove residenze alternative diventino luoghi ‘ambiti’ per evitare la pena in carcere.

A poco più di due settimane dall’entrata in vigore, dal primo aprile, della legge che sancisce la fine dell’era degli Ospedali psichiatrici giudiziari (Opg), prevedendo il graduale trasferimento dei pazienti internati che lo necessitino in residenze alternative (Rems), psichiatri e giuristi sottolineano come siano ancora molte le ”criticità attuative non risolte della nuova normativa”. Occasione per fare il punto sull’applicazione della legge è stato il convegno ‘Superamento degli Opg e oltre: psichiatri e giuristi a confronto’, organizzato a Brescia dalla Società Italiana di Psichiatria (Sip), Procura Generale di Brescia, Spedali Civili e Università degli Studi di Brescia. Il primo problema, rilevano gli psichiatri, è la mancanza delle risorse economiche, con l’aggravante della carenza di personale, tanto che in alcuni Dipartimenti di salute mentale (Dsm) sul territorio ”si registra un ­50% del personale necessario”. Una situazione preoccupante a fronte dei numeri: dei circa 700 pazienti ancora ospitati negli OPG in questi ultimi mesi, rilevano gli specialisti, ”una quota compresa tra i 250 e i 400 verrà infatti accolta nelle Rems, mentre la restante parte dei pazienti fruirà appunto dei servizi offerti dai Dsm”. Ma il problema, avverte la Sip, ”sarà la gestione del futuro, soprattutto se si considera che nell’ultimo anno, già molti ospiti degli OPG, circa 800, sono stati ‘liberati’ ed accolti nei Dsm. Mancano però i fondi per la loro presa in carico da parte delle strutture territoriali”. Insomma, ”siamo di fronte ad una legge condivisibile nei suoi principi ­ spiega il presidente della Sip Emilio Sacchetti ­ ma che va però resa operativa, dotata di risorse, e portata a regime in breve tempo”. Ma c’e’ anche un altro rischio: ”Il pericolo è pure quello di una falsificazione delle perizie psichiatriche. È infatti evidente ­ avverte Sacchetti ­ che il gap tra la posizione di carcerato con o senza problemi psichiatrici e quella di autore di reato a causa di un qualche disturbo mentale si è acuita a tutto vantaggio della seconda proprio grazie alla chiusura degli OPG. Sussistono pochi dubbi che il soggiorno in una Rems o in una struttura afferente al Dsm sia decisamente migliore della permanenza in cella”. Ad ogni modo, ”superare gli Opg è un atto di civiltà ­ afferma la presidente della Commissione sanità del Senato, Emilia Grazie De Biasi ­ ma sappiamo quanti muri ci sono ancora da abbattere tra gli operatori e la società e fra la società e le istituzioni”. Sicuramente, inoltre, osserva il Procuratore Generale della Repubblica­Corte d’Appello di Brescia, Pier Luigi Maria Dell’Osso, ”con la nuova legge si dovranno trovare moduli operativi nuovi, che riescano a garantire la salute del malato e la sicurezza dei cittadini, e fondamentale sarà una più integrata collaborazione tra psichiatri e giudici”. Alla luce della nuova legge, conclude il direttore generale degli Spedali Civili di Brescia, Ezio Belleri, è dunque necessario ”trovare nuove regole per definire il concetto di pericolosità sociale e rivedere l’impostazione delle perizie psichiatriche, che devono decidere ciò che è malattia e ciò che è delinquenziale”.

 

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