I Carabinieri del Nas di Ragusa, nell’ambito di un’indagine coordinata dalla Procura della Repubblica di Gela (Caltanissetta) in collaborazione con militari dell’Arma territoriale e su disposizione del Gip, hanno arrestato due coniugi (uno in carcere ed uno ai domiciliari) titolari di un allevamento di pecore e capre di Mazzarino, ritenuti responsabili di maltrattamento di animali, violazione di sigilli, falso, truffa aggravata e ricettazione.
Secondo il Nas, gli arrestati, gia’ condannati nel 2010 per gli stessi illeciti, avrebbero violavato piu’ volte le norme veterinarie per il risanamento dalla brucellosi (malattia infettiva – pericolosa anche per l’uomo – della quale l’allevamento risulta infetto sin dal 2005) avviando alla macellazione, al posto dei capi malati, animali sani ma di valore inferiore non piu’ produttivi, di ignota provenienza o smarriti da altri allevamenti ed avanzando – poi – domanda alla Regione per ottenere indebitamente gli indennizzi per l’abbattimento. La sostituzione del bestiame comportava veri e propri maltrattamenti ed avveniva mediante lo scambio delle marche identificative degli animali affetti da brucellosi con quelle di capi sani (pratica che in diverse occasioni ha anche causato il taglio dell’intero padiglione auricolare) e la forzata ingestione di bulloni metallici, al fine di simulare la presenza del microchip di identificazione, che normalmente e’ collocato, dai medici veterinari, nell’apparato gastrico. Le indagini hanno consentito di sequestrare 400 tra pecore e capre per un valore di circa 40mila euro.