La polizia di Perugia ha arrestato tre persone con l’accusa di associazione per delinquere finalizzata ai furti e alle rapine e del duplice omicidio di Sergio Scoscia e Maria Raffaelli, trovati senza vita la mattina del 6 aprile scorso a Cenerente, alle porte del capoluogo umbro.
Gli investigatori della squadra mobile di Perugia e del Servizio centrale operativo della questura hanno arrestato in Albania, con la collaborazione di quelle autorita’ di polizia e nell’ambito dei trattati di cooperazione internazionale, due indagati, Artan Gioka Artan di 24 anni e Ndrec Laska di 28, mentre e’ stato arrestato a Roma Alfons Gjergji di 27 anni. I tre sono destinatari di un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip di Perugia su richiesta del pm Claudio Cicchella. Maria Raffaelli, 74 anni, e il figlio Sergio Scoscia, un ex orafo di 52, furono uccisi la notte tra il 5 e il 6 aprile all’interno della loro abitazione a Cenerente, alle porte di Perugia. Dalle autopsie e’ emerso che entrambi sono stati immobilizzati e costretti a subire violenze fisiche tanto cruente da provocarne la morte. Le indagini, condotte nel riserbo piu’ assoluto dalla squadra mobile diretta da Marco Chiacchiera, sotto l’egida del pm Claudio Cicchella, si sono presentate fin da subito particolarmente complesse, sia per l’assenza di testimonianze dirette, sia per le cautele adottate dai malviventi, che sono apparse come persone esperte nella realizzazione di furti e rapine in abitazione, una vera e propria una “banda organizzata” dedita alla commissione di delitti di tale specie. Gli spunti investigativi sono stati sviluppati dalla mobile perugina con il determinante contributo di investigatori dello Sco di Roma, della polizia postale, della Scientifica di Perugia e di Roma e hanno consentito di imboccare, una volta scartate le ipotesi alternative, una pista concreta che tuttavia e’ apparsa subito difficile per l’elevata reticenza da parte dei soggetti investigati nonche’ per le estreme cautele adottate nelle comunicazioni dagli intercettati. Ma alla fine, l’attenzione si e’ focalizzata sui tre albanesi e il pm, sulla base di quanto raccolto, ha formulato richiesta di emissione di custodia cautelare che il gip ha accolto il 19 giugno. Due di loro erano ripartiti, in tutta fretta, alla volta dell’Albania il 7 aprile, giorno successivo a quello dell’omicidio: ora sono rinchiusi in un carcere albanese in attesa di essere estradati in Italia. Il terzo e’ invece rimasto in Italia ed e’ stato preso a Roma. Ulteriori particolari verranno forniti nel corso di un incontro con la stampa fissato per le 11 in questura.