Quando l’allora ministro dell’Interno Roberto Maroni “andò in Parlamento a dire che la polizia aveva affidato” a Nicole Minetti la minorenne Ruby “secondo le mie disposizioni” riferì “cose non vere”. Lo ha detto oggi in aula il pm minorile Annamaria Fiorillo sentita come testimone al processo sul caso Ruby a carico di Silvio Berlusconi, parlando del procedimento aperto nei suoi confronti davanti al Csm.

“E’ stato un attacco alla mia onorabilità – ha spiegato il pm – perché in una situazione simile nessun magistrato avrebbe preso una decisione diversa dalla mia”, cioé la comunità Il pm Fiorillo, sentita come teste in Aula al processo Ruby a carico di Silvio Berlusconi, ha spiegato che nella notte tra il 27 e il 28 maggio 2010, quando la minorenne venne portata in Questura, al commissario di polizia che gli aveva riferito che la giovane marocchina era nipote di Mubarak fece notare: “tutt’alpiù è figlia del re del Marocco”. Il pm ha spiegato che quella notte nessuno le disse della telefonata di Berlusconi ma si era solo presentata Nicole Minetti perché la ragazza era nipote dell’ex rais

 

 

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