E’ partito da Forli’ e ha raggiunto Roma per darsi fuoco davanti alla Camera dei Deputati. Forse perche’ ha perso il lavoro da due mesi, ha grossi problemi finanziari e sta litigando con i fratelli su un’eredita’. E’ la vicenda di un operaio di 54 anni, vedovo, venuto dalla Romagna per cospargersi di liquido infiammabile e trasformarsi in una torcia in piazza Montecitorio, la scorsa notte.
I carabinieri l’hanno salvato con gli estintori, ma ora l’uomo e’ ricoverato in prognosi riservata all’ospedale Sant’Eugenio con ustioni di secondo e terzo grado sull’85 per cento del corpo. Rischia di morire, comunque rimarra’ sfigurato. Al figlio aveva detto che sarebbe andato a Roma, ma il giovane non immaginava certo un epilogo del genere. Nello zainetto che aveva con se’, scampato alle fiamme, avrebbe lasciato due biglietti: uno per il figlio e uno per un avvocato. E’ l’una quando l’operaio arriva in piazza Montecitorio. Tira fuori una bottiglia piena di liquido infiammabile, se lo versa addosso e con un accendino si da’ fuoco. Avvolto dalle fiamme si lancia verso l’ingresso della Camera. Tutto avviene in pochi secondi: i carabinieri sempre presenti nella piazza intervengono e riescono a spegnere il corpo dell’uomo, che poi viene trasportato al Sant’Eugenio. Gli accertamenti dei militari portano a ricostruire la vicenda e a ipotizzare il movente del tentato suicidio. L’operaio, vedovo, ha gravi difficolta’ economiche a causa della perdita del lavoro ed e’ impegnato in un contenzioso con i tre fratelli per un’eredita’, secondo quanto emerge. Forse li ha incontrati nelle ore precedenti al tentativo di suicidio. Sembra dunque l’ennesimo caso dei tanti causati dalla crisi. La situazione economica ha provocato in Italia tra il 2008 e il 2010 ben 290 tra suicidi e tentati suicidi. Lo riferisce uno studio condotto da Roberto De Vogli, professore associato all’Universita’ del Michigan e allo University College di Londra. La ricerca, svolta dallo studioso italiano assieme a due colleghi, uno dei quali dell’ateneo inglese di Cambridge, e’ fondata su dati dell’Istat. ”I suicidi e tentati suicidi sono cresciuti ad un tasso di 10,2 suicidi l’anno prima della crisi finanziaria, ma dopo questo periodo la percentuale e’ salita a 53,9 l’anno – afferma De Vogli -. Abbiamo cosi’ stimato un numero di 290 suicidi e tentati suicidi in eccesso imputabili alla Grande Recessione”.