Gli effetti del terremoto che ha colpito l’Emilia rischiano di essere pesanti anche sull’industria e sul turismo. “Si teme, e credo sia abbastanza vicino alla realtà, che ci sia uno stop produttivo di almeno 4-6 mesi”, stima il presidente di Confindustria Giorgio Squinzi, aggiungendo:

“Nell’area si produce un po’ di più dell’1% del nostro Pil, rischiamo qualche frazione di punto di Pil soltanto a causa del terremoto”. Il sisma ha “colpito una parte importante della produzione manifatturiera che deve ripartire al più presto anche per evitare qualche tentazione di delocalizzazione anche delle imprese straniere che operano in quell’area”. Il “bilancio ancora provvisorio” conta “almeno 500 aziende con gravi lesioni, oltre 10 mila posti di lavoro a rischio, la minaccia che si perdano filiere importanti”. Squinzi lo ha aggiunto, presentando il rapporto sugli scenari industriali del Csc, sottolineando la “voglia di ripartire al più presto” degli imprenditori “e la grande solidarietà che c’é intorno a loro”. Potrebbero risentirne molto anche i flussi turistici per la prossima estate, con una portata ben più ampia rispetto alle prime ipotesi. A lanciare l’allarme e’ il presidente di Federviaggio Luca Patané.

“Non ci sono solo cancellazioni in Emilia, Veneto e Friuli – dice – ma un blocco dei flussi che avrebbero dovuto concretizzarsi in queste settimane”. Patané spiega che le prenotazioni “sono ferme”. Soffrono, in particolare, il mercato tedesco e tutti i mercati intercontinentali. Dalla Germania nel 2011 si è registrato il 21% degli arrivi sul totale degli stranieri, con il 20% della spesa e il 25% dei pernottamenti. Il timore, spiega il presidente di Federviaggio, é che i tour operator locali possano dirottare questi flussi turistici in Spagna, Turchia e Grecia. Anche i turisti americani e giapponesi – afferma Federviaggio – non prenotano anche se i loro tour non toccano le aree terremotate. “Il rallentamento da parte di questi mercati – osserva Patané – è però più comprensibile data la loro lontananza geografica con l’Italia”. Patané infine giudica ottime le iniziative intraprese dal ministro del Turismo Piero Gnudi, dall’Enti, l’Agenzia nazionale del turismo e dalla Presidenza del Consiglio dei ministri ma, avverte “il lavoro sarà ogni giorno più impegnativo”. La scossa di terremoto di magnitudo 4.5 con epicentro al largo di Ravenna delle 6.08 di questa mattina è stata avvertita in modo forte e distinto anche a Rimini che dista una cinquantina di chilometri da Ravenna. Dalle verifiche effettuate dalla Protezione civile non risultano al momento danni a persone o cose nella città di Ravenna. “Al momento della scossa – spiega Francesca, abitante del borgo San Giovanni a ridosso del centro storico – gli antifurto delle auto parcheggiate in strada hanno iniziato a suonare. La scossa è durata diversi secondi e si è avvertita molto bene anche nelle case ai piani bassi”. Da quanto appreso non risultano esserci danni a persone e cose. Subito dopo la scossa sui social network si è scatenato il tam tam di notizie e non è mancata neanche l’ironia su Twitter. “Avevano detto che il terremoto si stava spostando ad ovest – ironizza un navigatore della Rete -: notoriamente Rimini e Ravenna sono in Piemonte e Lombardia”.

 

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