Ha strangolato il fratello durante una violenta lite poi ha confessato ai carabinieri arrivati pochi minuti dopo, avvisati da alcuni vicini di casa preoccupati dalle urla. L’omicidio si e’ consumato in via Riveccio, nel rione di Varese, Calcinate del Pesce.
La vittima si chiamava Massimo Basile ucciso a 39 anni dal fratello 45enne Giovanni, disoccupato, affetto da crisi depressive. La vittima lavorava in un supermercato come addetto antitaccheggio. L’omicida si era trasferito da poche settimane a Calcinate dove abitavano il fratello ucciso e la fidanzata di quest’ultimo. La madre dei due, che hanno un altro fratello, gemello di Massimo ed una sorella, si trova in Sicilia, mentre il padre e’ morto tempo fa. La violenta lite sarebbe iniziata nella camera da letto di Giovanni e, stando a quanto ricostruito, Massimo avrebbe disperatamente cercato di fuggire senza riuscirci. Sul posto per tutto il pomeriggio hanno lavorato i carabinieri per i rilievi mentre in caserma a Varese, l’omicida ha confessato davanti al pm Luca Petrucci che ha disposto il fermo con l’accusa di omicidio volontario. A determinare il litigio pare sia stata la difficile convivenza in casa, forse dettata anche dalla condizione di disoccupato di Giovanni, ex addetto ai servizi cimiteriali, e non in buona salute psicologica. Dalle parole, forse un rimprovero di troppo, i due sono passati alle mani mentre la fidanzata della vittima ha cercato disperatamente di evitare il peggio ma e’ stata buttata fuori di casa da Giovanni. Cosi’ ha chiamato il gemello di Massimo che e’ riuscito ad entrare, ma e’ stato a sua volta aggredito e buttato fuori. L’ira incontenibile di Giovanni lo ha portato a quel punto a barricarsi in casa e ad accanirsi sul fratello minore. Quando sono arrivati i carabinieri stava cercando di fuggire dal retro della casa in evidente stato di choc.