La Procura di Monza ha chiesto al Gup il processo per Filippo Penati, ex sindaco di Sesto San Giovanni, e altri tra cui l’allora suo braccio destro Giordano Vimercati. Le accuse contestate sono corruzione, concussione e finanziamento illecito ai partiti nell’indagine su un presunto giro di tangenti sulle aree ax Falck e Marelli. I pm Walter Mapelli e Franca Macchia, titolari dell’inchiesta condotta dalla Gdf, hanno trasmesso al gup Giovanni Gerosa la richiesta di rinvio a giudizio per 22 persone fisiche e una società, la Codelfa del Gruppo Gavio.

Il processo è stato chiesto, oltre che per l’ex responsabile della segreteria politica di Pierluigi Bersani ed ex vice presidente del Consiglio Regionale lombardo Penati (si è sempre dichiarato innocente) e Vimercati, anche per l’ex segretario generale della Provincia di Milano Antonino Princiotta, per l’imprenditore Piero Di Caterina – colui che avrebbe finanziato il partito salvo poi chiedere indietro il denaro a Penati – , per il vice presidente del Consorzio Cooperative Costruttori Omer Degli Esposti, per l’amministratore del gruppo Gavio Bruno Binasco, per l’architetto Renato Sarno e l’ex amministratore delegato di Milano Serravalle Massimo Di Marco. E ancora per l’ex presidente di Bpm Massimo Ponzellini, il presidente della Banca di Legnano Enrico Corali, i due imprenditori Enrico Intini e Roberto De Santis, per Agostino Spoglianti, ai vertici del gruppo Sina e per Marco Gadaleta e Paolo Golzio amministratori di Energia e Territorio e di Energrid. Questi ultimi fanno parte di coloro che hanno versato contributi in modo irregolare a “Fare Metropoli” l’associazione definita “mero schermo destinato ad occultare la diretta destinazione delle somme”, per un totale di 360 mila euro, a Penati in vista delle elezioni provinciali e regionali del 2009 e del 2010. L’inchiesta ipotizza anche un sospetto giro di tangenti sulle aree ex Falck e Marelli con pagamenti ai Ds a livello locale e la restituzione nel corso del tempo del denaro, che sarebbe avvenuta in modo illecito da Di Caterina, quando Penati era sindaco di Sesto San Giovanni, e che, in cambio, sarebbe stato pure favorito nella sua attività imprenditoriale. “Voglio che si vada subito a processo, per questo intendo chiedere il rito immediato”. Si è espresso così in una nota Filippo Penati dopo la richiesta di rinvio a giudizio della Procura di Monza. “Già dai prossimi giorni – ha aggiunto – con i miei avvocati valuteremo le condizioni per chiederlo”. “Ora – ha detto ancora – potrò difendermi nel processo. Lo farò con tutte le mie forze e con la determinazione di cui sono capace, perché sono certo della mia correttezza”. Filippo Penati ribadisce la sua “totale estraneità” ai fatti che gli vengono contestati dalla Procura di Monza che oggi ha chiesto per lui e per altre 21 persone il rinvio a giudizio nell’ambito dell’indagine su un presunto giro di tangenti sulle aree ax Falck e Marelli. “Non ho mai ricevuto illecitamente – afferma – denaro dagli imprenditori, né per me, né per i partiti di cui ho fatto parte. Non ho conti correnti all’estero. I risultati dell’inchiesta che mi riguarda confermano che non c’e traccia, nonostante si sia favoleggiato di decine di miliardi, di una sola lira o di un solo centesimo di euro che mi sia stato trasferito”. Secondo Penati, “dopo due anni di indagini non ci sono novità rilevanti rispetto alle ipotesi accusatorie iniziali. Contro di me, da oltre un anno, si riversano sempre le stesse accuse e si ricordano gli stessi fatti, spesso amplificati dalla polemica politica. Accuse e fatti, che risalgono a 12 anni fa, e continuano a ruotare solo intorno alle dichiarazioni di due imprenditori, a loro volta indagati, rilasciate per coprire passaggi di denaro tra loro, anche su conti svizzeri o lussemburghesi, poco trasparenti”.

 

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