Dopo circa due anni si e’ conclusa oggi la latitanza di Angelo Matteo Di Giosio, quarantaseienne: l’uomo e’ stato arrestato all’alba dalla polizia in una casa colonica in contrada ‘Iemma’ alla periferia di Cerignola, nel foggiano. Nei confronti di Di Giosio pendeva un provvedimento cautelare emesso dal gip di Milano Stefania Donadeo il 24 settembre 2009, nell’ambito dell’indagine chiamata ‘Pavone’ condotta dai carabinieri del Ros e relativa al traffico internazionale di droga dalla Spagna e dal Marocco che ha coinvolto un centinaio di indagati. Nel processo di primo grado Di Giosio e’ stato condannato, con rito abbreviato, a 15 anni di reclusione.

La casa colonica era della zio del latitante, era sorvegliata da cani da guardia e, all’estero, era parcheggiata una moto enduro che aveva le chiavi inserite nel quadro, proprio per agevolare la fuga del latitante in caso di arrivo delle forze di polizia. Non riuscendo ad usare la moto perche’ i poliziotti avevano circondato l’immobile, Di Giosio ha tentato la fuga a piedi ma e’ stato subito bloccato. L’arrestato e’ ritenuto dalla polizia un personaggio di ”notevole spessore criminale’ ed e’ ”sospettato di appartenere al sodalizio di stampo mafioso ‘Piarulli-Ferraro’ attivo nel cerignolano.

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