Giulio Tremonti spiato e pedinato? La procura di Roma vuole vederci chiaro dopo quanto dichiarato dal ministro dell’Economia in un’intervista ed aprira’ un fascicolo processuale sulla vicenda. L’uomo dei conti potrebbe essere convocato come persona informata sui fatti per approfondire le sue sensazioni. E, sempre sul presunto spionaggio, il direttore del Dis, Gianni De Gennaro, riferira’ martedi’ prossimo al Copasir sul possibile coinvolgimento di 007. ”Tu mi hai fatto spiare”. E’ il 9 giugno scorso quando ‘Libero’ riferisce di un acceso faccia a faccia tra Tremonti e Silvio Berlusconi, con il ministro che accusa il premier di ”aver messo i servizi segreti alle mie calcagna”. Ieri e’ ‘Repubblica’ a raccogliere le confidenze del titolare dell’Economia. ”Ho fatto – spiega il ministro a proposito della scelta di andare a vivere nella casa di Campo Marzio offertagli dal suo ex braccio destro Marco Milanese – una stupidata. E di questo mi rammarico e mi assumo tutte le responsabilita’. Ma in quella casa non ci sono andato per banale leggerezza. Il fatto e’ che prima ero in caserma ma non mi sentivo piu’ tranquillo. Nel mio lavoro ero spiato, controllato, pedinato. Per questo ho accettato l’offerta di Milanese…”. E’ lo stesso ex finanziere e deputato del Pdl – interrogato dai pm di Napoli che indagano sulla P4 – a fornire altri elementi. ”Il ministro – ha fatto mettere a verbale Milanese – mi ha detto che ha avuto uno sfogo con il presidente del Consiglio perche’ aveva saputo che era seguito. O comunque negli ambienti politici si dice che stanno attuando il metodo Boffo anche nei suoi confronti…per contrastare la sua ascesa politica”. Intanto, tra voci di cordate, talpe, veleni, generali indagati e ministri spiati, la Guardia di finanza e’ nell’occhio del ciclone da settimane. Il Cocer non ci sta e chiede rispetto. Lo spunto e’ l’attacco di ieri del sottosegretario alla Difesa, Guido Crosetto. Dopo il quale il comandante della Gdf, generale Nino Di Paolo, aveva ricevuto la telefonata di solidarieta’ di Tremonti. Il Cocer definisce ”inappropriate ed inopportune” le parole di Crosetto. Infatti, lamenta l’organismo, ”definire la Guardia di Finanza un’organizzazione di cui aver paura offende la dignita’ dell’Istituzione e dei 63mila finanzieri che quotidianamente prestano la loro opera a tutela degli interessi del Paese”. Altra esternazione del sottosegretario che non e’ andata giu’ al Cocer e’ quella secondo cui ”l’azione di controllo amministrativo si svolgerebbe in modo totalmente arbitrario”. Cio’, si rileva, ”dimostra nessuna considerazione per il quadro giuridico che la regola”. L’organismo avanza quindi un sospetto: che ”le dichiarazioni siano strumentali al tentativo di tornare ad un comandante generale proveniente dall’Esercito; a questo punto, oltre alle vere o presunte cordate interne, ce ne sarebbero anche di esterne con i loro sponsor politici”. Ma la Guardia di finanza, conclude la nota, ”non puo’ diventare, per l’ennesima volta, il campo di battaglia di uno scontro politico che non la riguarda, perche’ questo fa male ai cittadini e al Paese”. Non si fa attendere la replica di Crosetto. ”Tentare una riflessione sulla base dei fatti di questi giorni – osserva – serve proprio a restituire all’istituzione il rispetto e la credibilita’ che si merita. Ed i primi a saperlo dovrebbero essere proprio i Cocer della Finanza che mi hanno sempre visto schierato al loro fianco, a difesa e tutela del personale, soprattutto quello di grado meno elevato. Ed in queste battaglie, o questi anni – conclude – chi si contrapponeva con forza a richieste legittime e’ sempre stato qualcun altro”.

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