I ritardi nell’introduzione di farmaci oncologici innovativi nei prontuari sono arrivati a livelli tali che alcuni malati sono costretti a pagarli di tasca loro o a rinunciare se non se li possono permettere.
Lo hanno denunciato gli esperti della fondazione Insieme contro il Cancro durante la presentazione di un position paper sullo stato dell’oncologia in Italia, sottolineando che le leggi che dovrebbero evitare i ritardi sono disattese. ”Una volta approvati dall’autorità europea i farmaci innovativi finiscono nella classe Cnn, in cui possono essere acquistati dagli ospedali, in attesa che l’Aifa li inserisca nel prontuario nazionale e le varie Regioni nei propri per il rimborso da parte del Ssn – spiega Francesco Cognetti, oncologo e presidente della Fondazione -. Quello che succede è che molecole che potrebbero salvare le vite dei pazienti rimangono in questo limbo per due anni, e chi può li compra di tasca sua, spendendo decine di migliaia di euro, perché gli ospedali non li acquistano. Questa è una discriminazione in base al censo inaccettabile”. Una norma contenuta nel decreto del Fare del governo Letta prevedeva che l’Aifa impiegasse al massimo 100 giorni per l’approvazione. ”Ma questa norma non viene rispettata – spiega Cognetti – anche per farmaci che la stessa Aifa considera ad elevato impatto”. Una possibile soluzione è indicata proprio nel documento presentato oggi. ”L’Aifa dovrebbe concentrare gli sforzi sulle terapie realmente innovative e indispensabili, che non sono molte – spiega Cognetti – anche lasciando indietro altri farmaci meno importanti. Inoltre andrebbero aboliti i prontuari regionali, che generano le discriminazioni. Non è possibile che un malato possa ricevere o no dei farmaci a seconda della regione dove vive”.