Una profonda ferita alla fronte. Il corpo in posizione fetale in un sacco nero dei rifiuti e poi chiuso nel congelatore a pozzetto in camera da letto: e’ giallo a Bologna il giorno successivo al macabro ritrovamento, nel suo appartamento di viale Aldini, del cadavere di Silvia Caramazza, 39 anni, la cui scomparsa era stata denunciata da due amiche lo scorso 14 giugno. La squadra mobile e’ al lavoro per ricostruire le abitudini e gli ambienti frequentati dalla vittima. Sono stati sentiti anche i vicini di casa.
Inquirenti ed investigatori, che mantengono il massimo riserbo sulle indagini, stanno cercando il fidanzato della vittima, attualmente irreperibile. L’uomo, 34 anni, era gia’ stato ascoltato di persona dalla polizia, martedi’ scorso, ma il suo racconto sulla scomparsa della ragazza non e’ risultato convincente. Cosi’, ieri, e’ stata decisa l’irruzione nella casa della 39enne (la polizia su mandato del pm ha sfondato la porta d’ingresso) con il successivo ritrovamento del cadavere. “Stiamo verificando – ha spiegato il procuratore capo di Bologna, Roberto Alfonso – tutte le frequentazioni dalla ragazza. Il fatto e’ di una gravita’ inaudita”. Secondo quanto di apprende, risale allo scorso 7 giugno la certezza che la donna, ospite per alcuni giorni di un amica a Pavia, fosse ancora in vita. Nei giorni successivi alcune amiche provarono a contattarla al telefono senza ottenere pero’ alcuna risposta. Risposte, invece, arrivate via sms. Proprio i messaggi ricevuti al cellulare, pero’, insospettirono le amiche per lo stile ed il contenuto del testo che sembrava non essere stato scritto dalla Caramazza. Cosi’ si rivolsero, il 14 giugno, alla polizia denunciando la scomparsa.
Nella stessa giornata il fidanzato della donna fu sentito telefonicamente dagli investigatori. Questi disse di essere con la fidanzata a Catania ma un successivo sopralluogo della polizia, per rintracciare la coppia, diede esito negativo. L’uomo fu sentito, questa volta di persona, martedi’ scorso raccontando di non aver piu’ visto la fidanzata, forse partita per la Grecia, dal 16 giugno scorso. Intanto sara’ fondamentale l’autopsia, ritardata per lo stato di congelamento del corpo, per capire la data del decesso. Secondo i primi elementi investigativi si ipotizza che l’omicidio si sia consumato all’interno dell’appartamento. In camera da letto sono state trovate macchie di sangue. E non si esclude che la morte sia avvenuta solo qualche giorno prima del ritrovamento del cadavere. La donna, questa una ricostruzione al vaglio degli inquirenti, potrebbe essere stata isolata in casa dal suo assassino, per qualche giorno, prima di essere uccisa. Al momento non sono stato trovati nell’abitazione ne’ l’arma del delitto ne’ il cellulare della donna. La Procura procede per omicidio volontario. Le indagini, mirate anche a verificare eventuali frequentazioni dell’ultima ora, sono a tutto campo.