Si chiama Elanain Sharif ha 44 anni. È un cittadino italiano, da sempre vive a Terni. E il 9 novembre scorso è stato arrestato appena atterrato al Cairo: è stato fermato al controllo passaporti e trasferito al carcere di Alessandria d’Egitto. Elanain è stato arrestato per il suo noto mestiere: è un pornoattore, nome d’arte Sheri Taliani. E per questo è stato portato in carcere. La questione, spiegano a Repubblica fonti della Farnesina, è tremendamente seria. Perché la pornografia in Egitto è considerata un reato molto grave e, quindi, il contesto giudiziario nel quale si muove la storia è assai difficile. E poi perché Elanain ha un doppio passaporto: è anche egiziano e, quindi, quando la nostra diplomazia si è mossa per ottenere informazioni sulle condizioni di detenzione è stato alzato un muro davanti. A contattare la Farnesina era stata la madre di Sharif, con cui l’uomo viaggiava. Erano insieme quando è stato arrestato. “La mamma di Elanain – spiega l’avvocato Alessandro Russo al Corriere dell’Umbria – mi ha riferito che lei, il figlio e sua moglie sono arrivati al Cairo provenienti dall’Italia come avevano fatto tante altre volte, ma in questa occasione Elanain è stato fermato dalle autorità, trattenuto a lungo negli uffici da cui è uscito con le manette ai polsi”.
Si parla di un post Facebook. Ma fonti italiane parlano invece di alcuni lavori che Sharif avrebbe fatto in precedenza proprio in Egitto, dove appunto la pornografia è vietata. La questione più urgente, però, non è di merito. Piuttosto si sta cercando di garantire condizioni umane nel carcere. Cosa che, secondo la denuncia della madre, non sta avvenendo. “Si può stendere solo mezz’ora su una branda – ha detto sempre l’avvocata – ma poi deve lasciare il posto agli altri detenuti. La mamma è riuscita a vederlo solo una volta per un paio di minuti e, secondo quanto mi è stato raccontato, lui le ha detto che sta sempre in piedi perché per sedersi deve pagare. La signora ha anche tentato di portargli generi di conforto, vestiario e altro, ma non gli è stato mai consegnato nulla, forse una volta un panino”.