La nave procede lentamente ma la situazione a bordo è critica, e non solo per i due morti già accertati. Tra i 107 migranti della Sea Eye, che dovrebbe attraccare, tempo permettendo, intorno alle 19, e non più alle 9 come previsto, al molo 21 del porto di Napoli (dove è stata allestita una tensostruttura per i primi screening), c’è chi rischia la vita per le ustioni riportate dopo il naufragio sulle coste libiche. La lentezza dell’imbarcazione, rallentata dal vento forte e dal meteo avverso, fa tristemente a pugni con l’urgenza di salvare vite. «Bisogna far presto – è l’appello dell’assessore comunale alle Politiche sociali, Luca Trapanese – se la nave non arriverà entro oggi molte vite saranno a rischio». È in questo contesto che il presidente della Regione ha attaccato ieri duramente il governo: «Viste le condizioni – ha detto Vincenzo De Luca a margine della riunione coordinata dal prefetto Palomba – sarebbe stato meglio farli sbarcare a Lamezia Terme». Per accelerare i tempi, nella serata di ieri è stato portato avanti un intervento di primissimo screening e soccorso da parte dell’Asl Napoli 1. Ma per ragioni burocratiche, è stato impossibile far intervenire i mezzi fuori Regione (il governatore avrebbe concesso il permesso ai medici di valicare i confini territoriali), e si è dovuto aspettare che la Sea Eye approdasse in acque campane. Le regole da un lato, le vite dall’altro. La destinazione iniziale della Sea Eye doveva essere Pesaro, ma il vento e il mare difficile hanno fatto propendere per la soluzione Napoli (nei mesi scorsi c’era stato un altro sbarco a Salerno). La macchina dell’accoglienza napoletana si sta comunque preparando, le ragioni dell’affondo di De Luca sono altre. «Siamo nella stessa situazione di sei mesi fa – ha tuonato – Due mesi fa noi abbiamo aperto una guerra con l’Europa sulla linea la pacchia è finita, dobbiamo difendere i confini meridionali. Eppure, mi pare che, nonostante le posizioni del governo, siamo sempre allo stesso punto. Non è stato fatto nulla e i porti non sono chiusi. Inoltre, ci sono valori umani che sono fondamentali e vanno rispettati: se su una nave ci sono dieci ustionati gravi e 30 bambini, bisogna ragionare su valori umani e umanitari. Mi auguro che questa vicenda riconduca tutti al senso della realtà. Noi siamo pronti ad accogliere i migranti, ma viste le condizioni sarebbe stato più umano farli sbarcare nel porto più vicino, senza fargli fare il giro di mezza Europa». La critica del governatore si rivolge poi al sistema dell’accoglienza italiano in generale, che non mette a frutto la risorsa migranti: «I numeri ci dicono che in Germania sono arrivati 10 volte più migranti che in Italia – prosegue De Luca – Sono più bravi a organizzare i flussi, tenendo anche conto delle qualifiche professionali che servono alla manodopera tedesca. In Italia ci sono invece interi settori industriali del Nord fermi, che non trovano manodopera». Oltre al prefetto e a Ciro Verdoliva, direttore dell’Asl Napoli 1, era presente ieri anche il sindaco Gaetano Manfredi: «Quando il ministero degli Interni ha annunciato che sarebbe arrivata la nave a Napoli – ha detto quest’ultimo – ci siamo messi immediatamente a disposizione. I 107 migranti che arriveranno provengono da paesi vari, come Nigeria, Costa d’Avorio e Sudan. Questo presenta una complessità nella gestione che ci stiamo preparando ad affrontare. Abbiamo messo in campo una struttura del Cas a Miano per i minori e li accoglieremo in condizioni di sicurezza. Quanto al neonato che ieri si diceva non accompagnato a causa della morte della madre, ha per fortuna una famiglia a bordo. Il sistema Sai cittadino conta 135 posti e ne stiamo aggiungendo altri 75. Sono in corso ulteriori integrazioni per implementarli». «La Sea Eye arriverà in serata – aggiunge Claudio Palomba – La nave, purtroppo, è rallentata dal vento forte. Dei 109 migranti, 35 sono minori e due sono deceduti. La metà degli adulti presenti a bordo dovrebbe essere trasferita nel Lazio. Abbiamo predisposto un pullman di 40 persone che sarà diretto verso Roma, dopo i controlli sanitari in porto e all’Ospedale del mare». Insomma, un andirivieni burocratico dal Lazio alla Campania, nonostante i casi critici dei superstiti dal naufragio. «Accoglieremo 71 adulti e 35 minori – conclude Verdoliva – 11 di loro hanno un’età compresa tra i 12 mesi e i 9 anni. 22 minori non sono accompagnati. Abbiamo garantito personale sanitario a bordo per eseguire anche tamponi Covid». Intanto questa mattina la Asl invierà dieci medici che, a bordo di un elicottero, cercheranno di raggiungere la nave che ieri sera era ancora in Calabria.