Ammazzato per strada per un paio di cuffie da 14 euro. Una coltellata al petto ha spezzato la vita e i sogni di Manuel Mastrapasqua, 31 anni. A colpirlo per strada un diciannovenne di Rozzano, che ieri ha confessato: «Ero nervoso, non era stata una bella giornata». Era venerdì notte, Manuel stava tornando a casa a Rozzano, paese alla periferia sud di Milano, dopo il turno al supermercato. Alle 2,55 stava rispondendo a un vocale della fidanzata che vive in Liguria. Parlavano del lavoro e del viaggio che avrebbero fatto assieme. Ma quel messaggio è rimasto sul telefono, non è mai partito. Alle 2,57 Daniele Rezza, 19 anni, lo ha bloccato sul marciapiede: «Dammi qualcosa», poi gli ha preso le cuffie dalla testa. Manuel ha cercato di riprendersele ma il ragazzo lo ha colpito con un fendente. Mortale. «Non pensavo di averlo ucciso», ha detto Rezza ai pm durante l’interrogatorio che ha preceduto il suo fermo per omicidio e rapina impropria, tutto aggravato anche dai futili motivi. In mattinata, ieri, il 19enne, residente a Rozzano, cassiere in un supermercato milanese, con processi in corso per furto e rapina, ha confidato tutto ai genitori. Poi ha preso un treno per Alessandria — forse diretto a Torino per poi andare all’estero — dove la Polfer lo ha fermato per un normale controllo. Al termine del quale è stato lui stesso a tornare sui suoi passi, forse per rimorso, per liberarsi di un peso diventato insostenibile. E a confessare: «Sono di Rozzano, sono stato io, ho fatto un casino».
Davanti alla pm Letizia Mocciaro, che ha coordinato le attività del nucleo investigativo dei carabinieri di Milano guidato dal colonnello Antonio Coppola e dal tenente colonnello Fabio Rufino, ha ripercorso gli istanti prima dell’omicidio. Lo sguardo fisso davanti a sé, ragionamenti lucidi. Ha raccontato di essere uscito di casa alle due di notte, «ero nervoso, non era stata una bella giornata, mi sono messo un coltello da cucina nei pantaloni. Lo so che ho sbagliato, che non si esce con un coltello…». Per la strada, a quell’ora deserta, ha incontrato la sua vittima. «Mi ha detto: ma che vuoi? Ha reagito, ha provato a riprendersi le cuffie. E io l’ho colpito. Ma non mi sono reso conto di averlo ammazzato. Non l’ho visto nemmeno cadere a terra, perché sono scappato. Le cuffie le ho portate a casa». Quelle stesse cuffie che poi sono state ritrovate ieri in un cestino della spazzatura a qualche isolato dalla casa dell’indagato. È stato lui a indirizzare lì gli investigatori, secondo i quali sarebbe stato il padre a nascondere le cuffie. Il coltello, invece, non è stato ancora ritrovato: il 19 enne non sarebbe stato in grado di ricordare esattamente dove l’abbia buttato. I carabinieri avevano già isolato le immagini del killer grazie alle telecamere di sorveglianza della zona alcuni minuti prima dell’agguato: cappellino bianco, pantaloni neri con la striscia bianca, quel coltellaccio in mano. Immagini che gli hanno mostrato ieri durante l’interrogatorio. «Sì, sono io», ha ammesso. I pantaloni che indossava quella notte sono stati trovati a casa sua durante la perquisizione, già lavati in lavatrice dal sangue di Manuel. «Ogni tanto bevo, ma quella sera no, avevo bevuto qualcosa solo nel pomeriggio», ha aggiunto agli inquirenti. Raccontando anche altri particolari della giornata. Al padre, anche lui cassiere in un market, mentre la madre lavora in una catena di grandi magazzini, ieri mattina ha raccontato dell’omicidio: «Voglio scappare», gli avrebbe detto. E il genitore lo avrebbe accompagnato alla stazione per prendere il treno. Adesso, invece, è a San Vittore. Già oggi dovrebbe essere sentito dal gip. «Amore mio, ti prometto che avrai la tua giustizia», scrive sui social la ragazza di Manuel. Un ragazzo normale, con una vita come tante, ammazzato per niente su un marciapiede di Rozzano e trovato esanime da una pattuglia dei carabinieri: sfortunato fino alla fine, perché forse un paio di minuti prima si sarebbe salvato. Ha pianto, ieri, la compagna, quando le hanno detto del fermo. I carabinieri, intanto, hanno deciso di intensificare i controlli giorno e notte in questo paesone di periferia già finito di recente sotto i riflettori per una polemica del sindaco contro Fedez.