«Prendi del tritolo e fatti saltare in aria. L’assenza non mancherà a nessuno»: è uno dei tanti messaggi indirizzati a Dario Vassallo, a seguito alla mobilitazione della fondazione, nata per perseguire i valori di Angelo Vassallo sindaco pescatore, dopo le operazioni di brillamento del costone roccioso del Mingardo in Cilento. «Mafia e pensiero mafioso. Esistono le mafie, dove i soggetti scelgono volutamente di non rispettare le leggi e le regole democratiche, e poi, esiste il pensiero mafioso che si annida nella vita politica e amministrativa di alcuni soggetti – afferma Dario Vassallo – sono costoro a fare più danni, non solo generando comportamenti mafiosi, ma alterando la democrazia e il vivere civile». E proprio in risposta al pensiero mafioso latente, che Dario Vassallo ha denunciato l’accaduto al ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, al ministro della difesa, Guido Crosetto, al ministro della Giustizia Carlo Nordio, alla procura di Vallo della Lucania, alla procura antimafia di Salerno, al comando generale dei Carabinieri, al comando regione Campania dell’arma dei carabinieri, al comando provinciale dell’arma dei carabinieri, alla stazione carabinieri Vallo della Lucania, alla stazione carabinieri di Camerota, alla stazione sarabinieri Pollica, alla questura di Salerno, all’associazione nazionale comuni italiani. A denunciarlo è Dario Vassallo attraverso un post sulla sua pagina Facebook.
«Ho sottoposto alla magistratura e alle forze dell’ordine le parole espresse in un audio fatto circolare da un sindaco, una vera istigazione passibile di reato, e i messaggi e i commenti social violenti di individui che hanno accolto e concretizzato l’invito contro di me – afferma Dario Vassallo – Tutto risale alla missiva PEC inviata all’Unesco, al Ministero della cultura e al ministero dell’Ambiente, denunciando quello che stava accadendo da diversi giorni a Camerota, sulla strada del Mingardo, nel tratto di costa in prossimità di Cala del Cefalo, a ridosso del mare, fatto esplodere durante i lavori di messa in sicurezza, creando un danno ambientale irreparabile. Penso fosse dovere di ogni cittadino segnalare e denunciare quello che stava accadendo, un luogo unico al mondo, parte integrante del Parco Nazionale del Cilento, Vallo di Diano e degli Alburni, e sito di interesse comunitario. Patrimonio dell’umanità e non patrimonio comunale. E così, proprio nel giorno del 21 marzo, giornata contro le vittime di mafia, mi veniva recapitato questo audio, oggi al vaglio delle autorità. Da lì sono iniziati i messaggi e gli atti intimidatori». E aggiunge Dario Vassallo: «Ricordo che, anni fa, un sindaco del Cilento fece affiggere sulle mura di diversi paesi manifesti funebri che riguardavano l’operato del sindaco di Pollica Angelo Vassallo ed annunciavano la sua fine. Essi riportavano la scritta: una grande onda ha travolto il Sindaco di Pollica.. Dopo pochi anni da quell’episodio, il sindaco di Pollica e lo Stato venivano uccisi davvero e la democrazia travolta. Vogliamo riportare le lancette del tempo indietro al 5 settembre 2010, e far ripetere una scena già vissuta? Le parole di quell’audio, se male interpretate, possono diventare pericolose per la mia incolumità. Io però non ho paura e continuo a battermi per estirpare dalla società questa radice cattiva e infestante del pensiero mafioso».