Il premier indiano Narendra Modi ha passato il testimone, anzi il martelletto di legno delle riunioni, al presidente brasiliano Luiz Inacio Lula da Silva, chiudendo il G20 di New Delhi e la guida di turno indiana. Nel 2024 la presidenza del gruppo dei principali Paesi industrializzati e in via di sviluppo spetterà al Brasile. Il Consiglio di Sicurezza dell’Onu ha bisogno di nuovi Paesi in via di sviluppo tra i suoi membri permanenti e non permanenti per riconquistare la sua forza politica. Il presidente brasiliano, raccogliendo dall’India il testimone della guida del G20, ha detto che “viviamo in un mondo dove la ricchezza è sempre più concentrata, dove milioni di esseri umani soffrono ancora la fame, dove lo sviluppo sostenibile è sempre minacciato, dove le istituzioni governative riflettono ancora la realtà della metà del secolo scorso”. Le questioni geopolitiche non dovrebbero colpire i lavori del G20. “Non possiamo lasciare che sequestrino l’agenda delle sue discussioni”, ha detto Lula dopo le tensioni sull’Ucraina. “Non abbiamo interessi a un G20 diviso. Abbiamo bisogno di pace e cooperazione, non di conflitto”. E “saremo in grado di affrontare i problemi se risolviamo le disuguaglianze: di reddito, di accesso all’assistenza sanitaria, all’istruzione, al cibo, al genere, alla razza e persino di rappresentanza, all’origine delle anomalie”. “Una cosa è chiara: il futuro sarà digitale”: con questa affermazione la presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen, ha aperto il suo intervento alla terza sessione plenaria del G20, ancora in corso. “Il tema cruciale oggi è come regolamentare una tecnologia in rapidissima trasformazione”, ha continuato. “Dobbiamo facilitare l’innovazione ma allo stesso tempo costruire fiducia. Credo che l’Europa, che nel 2020 ha presentato la prima legge al mondo sull’Intelligenza artificiale, abbia il compito assieme ai suoi partner di proporre un’infrastruttura globale per contenere i rischi dell’Ia”. Von der Leyen ha poi toccato l’argomento delle Infrastrutture digitali pubbliche, su cui, ha detto, “l’India ha già ottenuto un notevole successo”. La presidente ha concluso portando come esempio il certificato digitale del Covid sviluppato autonomamente dall’Ue e adottato da 51 Paesi, oltre che dall’Organizzazione mondiale della sanità, che lo utilizza come standard globale per facilitare la mobilità in tempi di minacce sanitarie; e per questa collaborazione von der Leyen ha ringraziato il direttore generale dell’organizzazione Tedros Adhanom Ghebreyesus. Il presidente Usa Joe Biden ha lasciato New Delhi, dove è alle battute finali il summit G20, diretto verso il Vietnam, mentre Washington cerca di cementare i legami con il Paese del sudest asiatico per contrastare l’espansionismo assertivo della Cina. Biden, durante la missione, vedrà il segretario generale del Partito comunista vietnamita Nguyen Phu Trong, nel mezzo delle tensioni tra Hanoi e Pechino nel mar Cinese meridionale. Secondo quanto riferito a margine del G20, Biden firmerà accordi per rinsaldare i legami con Hanoi, portandoli “a livello di partnership ampia e strategica”. Insomma, una svolta per le relazioni bilaterali.