In Afghanistan, ”sul piano della sicurezza, permane elevato il livello della minaccia”, caratterizzata nel 2012 da sinergie tra insorgenti afghani ed organizzazioni terroristiche basate nelle aree tribali pakistane attive soprattutto nelle regioni orientali e meridionali del Paese.

E’ la speciale attenzione che segnala la Relazione sulla politica dell’informazione per la sicurezza, coordinata dal Dis, diretto da Giampiero Massolo. Anche nel quadrante occidentale a guida italiana (‘Regional Command West’/ RC-W, a guida italiana) ”si e’ registrato un incremento degli episodi ostili in danno del contingente nazionale, che nel teatro afghano ha contato nel 2012 sette caduti”. In generale, sono aumentate le azioni cosiddette green on blue – riferibili ad elementi delle Afghan National Security Force (Ansf) o ad infiltrati -contro i militari della Coalizione internazionale, volte anche ad incrinare i rapporti tra Isaf e Ansf e a delegittimare il ruolo di queste ultime agli occhi della popolazione. ”A fronte dello stallo nel processo negoziale tra governo ed insorgenza -rimarcano gli 007- gli sviluppi sul terreno hanno testimoniato la persistente vitalita’ dei gruppi armati, intaccata solo in parte dalle operazioni condotte nel tempo dalle unita’ Isaf”. ”La prospettiva di una ridotta presenza militare straniera in teatro -conclude la Relazione- e il programmato ricambio della leadership afghana potrebbero peraltro indurre l’insorgenza a coniugare il confronto sul terreno con un approccio piu’ pragmatico, volto a favorire l’ascesa al potere di personalita’ in grado di soddisfarne le aspettative politiche. Nel contempo, la medesima prospettiva potrebbe accrescere gli spazi di agibilita’ per attori della regione interessati ad espandere la propria influenza sulle dinamiche politiche ed economiche afghane”.

 

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