Scontro a fuoco, nel pomeriggio di ieri, tra un gruppo di insorti e agenti della polizia di frontiera afghana che presidiavano un avamposto nel distretto di Mourghab, nella provincia settentrionale di Badghish, area di responsabilita’ italiana. Durante gli scontri sono stati colpiti 4 civili: uno e’ morto dopo essere stato raggiunto da un colpo alla testa, mentre un bambino di 8 anni e’ stato operato e ora le sue condizioni sono stabili. Gli altri sono fuori pericolo.
Successivamente gli insorti hanno attaccato anche un avamposto italiano, senza provocare feriti. Questa mattina alle 9 locali (le 6.30 in Italia) una pattuglia della Force Protection, composta da personale dell’aeronautica militare, e’ stata coinvolta nell’esplosione di un ordigno improvvisato: illesi i militari italiani. Nello scontro a fuoco di ieri, tra insorti e agenti della ‘Afghan border police’, con colpi di armi automatiche di piccolo e medio calibro i quattro civili rimasti feriti, tra cui un bambino di 8 anni, sono stati soccorsi presso la base operativa Columbus, sede del Comando della Task Force North, a guida 8° Reggimento bersaglieri. Uno dei civili e’ morto poco dopo, mentre il bambino ferito all’addome e’ stato stabilizzato dai medici italiani e operato presso una struttura sanitaria (Role 2) americana. Gli altri due colpiti da schegge sono successivamente stati dimessi. L’ordigno esploso questa mattina, durante un’attivita’ di pattugliamento a circa 5 chilometri dalla base di Herat da parte della Force protection composta da militari dell’aeronautica non ha provocato feriti tra gli italiani. Continua intanto nell’area Sud della zona di responsabilita’ italiana l’operazione ‘Shrimp net’ (‘Rete per gamberi’), che vede impegnati circa 3.000 militari italiani. L’operazione, mirata a colpire la rete degli insorti nella zona Sud della provincia di Farah, ha gia’ portato i primi risultati: sono stati rinvenuti e neutralizzati 15 ordigni esplosivi improvvisati (Ied) e sono stati arrestati dalla polizia afghana 7 insorti. L’operazione, tuttora in corso, ha inoltre causato consistenti perdite tra gli ‘insurgents’.