Un uomo morto, l’altro in fuga, “un terrorista armato e pericoloso, venuto qui per uccidere”. Dopo una notte da Far West la polizia è alla ricerca “casa per casa” dell’uomo che avrebbe compiuto l’attentato alla maratona di Boston. Il suo complice è morto al termine di un violento scontro a fuoco con la polizia nel sobborgo di Watertown, mentre lui è riuscito a fuggire.
I due giovani armati e con ordigni esplosivi negli zaini e, secondo alcune emittenti locali, anche alcune pentole a pressione trasformate in bombe che hanno tentato di scagliare contro la polizia, si sono confrontati con decine di poliziotti poche ore dopo l’uccisione di un agente del campus del Massachusetts Institute of Technology. Poco prima l’Fbi aveva diffuso le foto che li indicavano come i responsabili dell’attentato di lunedì scorso. Uno di loro, ferito, è stato arrestato, ed è poi morto in ospedale.
L’altro è in fuga, “armato e pericoloso” e potrebbe avere degli esplosivi con sé. Per questo la polizia ha avvertito tutta la popolazione di Watertown di chiudersi in casa, star lontano dalle finestre e non far entrare nessuno: il killer verrà cercato porta a porta. La città è in stato di assedio. Non hanno trovato finora conferma invece le indiscrezioni sui nomi: secondo alcuni siti si tratterebbe di Mike Mulgueta e Sunil Tripathi. Tripathi, 22 anni, è uno studente della Brown University di origine indiano-americana scomparso dal 16 marzo e che l’Fbi cerca dal 25 marzo. I due protagonisti dello scontro a fuoco avevano con sé ordigni esplosivi, alcuni li hanno abbandonati nel luogo della sparatoria e un robot anti-bomba li sta esaminando.
Scene da film: un testimone ha parlato con il New York Times di “due uomini” di corporatura minuta che sparavano da dietro un SUV Mercedes nero contro decine di agenti appostati a una settantina di metri di distanza. Un veicolo della polizia, ha detto il testimone, ha caricato verso i due uomini, è stato ripetutamente colpito e gravemente danneggiato perdendo il controllo e andando a urtare contro due auto parcheggiate. Un poliziotto è rimasto ferito gravemente. Lo scontro a fuoco ha seguito di poche ore la sparatoria a Mit durante la quale è rimasto ucciso un agente di polizia del campus. Il poliziotto, il cui nome non è stato reso noto, rispondeva alla segnalazione di un problema di ordine pubblico ai margini del campus tra Vassar e Main Street. L’università ha chiesto agli studenti di restare nelle stanze perché la situazione era “pericolosa”, ma dopo alcune ore di paura l’allarme è rientrato.