Mentre in Siria continuano i massacri di civili da parte delle forze di sicurezza, Stati Uniti e Turchia invitano i propri cittadini a lasciare il paese o a non transitarvi. L’ambasciata Usa a Damasco ha esortato i cittadini americani che si trovano in Siria a lasciare “immediatamente il paese”,
finchè ci sono voli disponibili. Il ministero degli Esteri della Turchia dal canto suo ha invitato i pellegrini di ritorno dalla Mecca a non passare via terra per la Siria: nei giorni scorsi due pullman di pellegrini turchi che avevano sbagliato strada a Homs (epicentro della rivolta) sono stati presi a mitragliate dai soldati siriani: tre cittadini turchi sono rimasti feriti. Gli Stati Uniti hanno già annunciato che il loro ambasciatore a Damasco Robert Ford, richiamato in patria il mese scorso per motivi di sicurezza, non rientrerà in Siria questo mese, sempre per gli stessi motivi. Oggi, alla vigilia dell’annunciata riunione al Cairo dei ministri della Lega Araba che dovranno decidere quali sanzioni infliggere a Damasco dopo aver sospeso la sua adesione all’organizzazione inter-araba, la repressione militare e poliziesca del regime degli al Assad ha ucciso, secondo attivisti, almeno tredici persone in diverse località del Paese. Un bilancio smentito dai media ufficiali, che riferiscono invece dei funerali di nove tra militari e poliziotti uccisi da terroristi in date non meglio precisate. Sul piano diplomatico, sia la Francia che l’Italia – tramite il ministro degli esteri Luigi Terzi – hanno escluso la possibilità di un intervento armato in Siria, mentre il giornale satirico francese Le Canard Enchainé aveva stamani rivelato, citando fonti anonime del ministero della difesa di Parigi, l’esistenza di un piano per un’azione armata “limitata” preparato dalla Nato e da compiere a partire da basi turche, con la partecipazione di militari francesi, britannici e di Ankara. Il ministro degli Esteri francese Alain Juppé ha invece invitato l’Unione Europea a valutare l’opzione di aprire “corridoi umanitari” per i civili siriani. Per la responsabile della politica estera della Ue Catherine Ashton, “la protezione dei civili in Siria diventa sempre più urgente.