La strada della ‘primavera birmana’ e’ ancora lunga, ma forse bastera’ l’ingresso della ‘Signora’ in Parlamento a portare il vento della liberta’ in una delle piu’ longeve dittature del Sudest asiatico. Cosi’ diversi analisti birmani e internazionali hanno salutato oggi l’elezione di Aung San Suu Kyi alla Camera bassa della Birmania, dipingendo il trionfo del premio Nobel per la Pace come il segno di una svolta ”cruciale” per il futuro del Paese.

Ora San Suu Kyi ”puo’ cambiare l’atmosfera dell’assemblea, renderla piu’ trasparente, risvegliare un dibattito aperto. Ecco perche’ una sola persona puo’ cambiare il Parlamento”, e’ l’opinione di Maung Wuntha, analista politico di Rangoon. E, in effetti, il carisma della 66enne leader della Lega nazionale per la democrazia puo’ davvero fare breccia nel muro del regime, come spiegato alla Cnn da Nicholas Farrelly, esperto di politiche del Sudest asiatico all’Universita’ Nazionale Australiana. Per lo studioso l’elezione di Suu Kyi ”e’ di straordinaria importanza e consentira’ l’accesso a un nuovo sistema semi-democratico, con l’opportunita’ di mostrare le sue ambizioni a diventare piu’ trasparente, piu’ inclusivo, piu’ democratico”. Per Farrelly, la vittoria di oggi non rappresenta ”una panacea per tutti i mali della Birmania” ma, ”certamente, con una delle piu’ famose dissidenti al mondo al suo posto, il Parlamento riemergera’ dalle ombre”. Una vittoria, quella di Suu Kyi, di cui perfino il presidente birmano Thein Sein ”aveva bisogno” per portare avanti la sua agenda riformista, e’ la conclusione dell’analista. L’esito della tornata elettorale, inoltre, potrebbe portare benefici all’intero Paese, come sottolineato da un editoriale del Daily Telegraph, che osserva come ora le sanzioni economiche imposte dall’Ue potrebbero essere almeno mitigate, portando alla Birmania ”quegli investimenti in infrastrutture, energia e turismo” di cui l’economia nazionale ha ”disperatamente bisogno”. Tanto che, qualche giorno fa, anche il premio Nobel per l’Economia Joseph Stiglitz sottolineava a El Pais come ”buona parte delle sanzioni internazionali” oggi ”appaiano controproducenti”, ostacolando uno ”sviluppo economico trasparente” e ancora segnato dalla corruzione. Insomma, per gli analisti saranno molteplici e di ampio respiro gli effetti del trionfo di Suu Kyi e del suo partito. Un trionfo che pero’, secondo la Ong ‘Physician for Human Rights’, che si batte per la tutela delle liberta’ fondamentali in Birmania, non deve far calare l’attenzione del mondo sulle ”diverse violazioni dei diritti umani” che ancora si registrano. ”Ci potra’ essere un cambio in Birmania, ma non sara’ in una notte”, e’ l’avvertimento dell’Ong.

 

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