Paserano il resto della loro vita in carcere i due giovani, di 20 e 24 anni, che nella notte tra sabato e domenica hanno ucciso un cooperante italiano e una suora croata, in Burundi. I due ragazzi, iscritti in una scuola superiore della regione di Ngozi, sono stati riconosciuti colpevoli di tutti e sei i capi d’accusa (omicidio, furto, sequestro, violenza, possesso illegale di armi e associazione criminosa).

Secondo la ricostruzione emersa nel processo, i due domenica scorsa hanno fatto irruzione nella sede di una missione religiosa italiana a Ngozi, 100 chilometri a nord-est della capitale Bujumbura. Suora Luckrecija Mami e’ stata uccisa immediatamente, il cooperante italiano Francesco Bazzani e l’altra suora italiana, Carla Brianza, sono stati presi in ostaggio, dopo che era stata svuotata la cassaforte. Quest’ultima e’ riuscita a scappare, mentre Bazzani e’ stato ucciso dai sequestratori. Gli accusati sono stati arrestati dopo una sparatoria. Il Burundi e’ stato travolto da un’ondata di attacchi negli ultimi mesi, liquidati come azioni di “banditi armati”; ma le violenze hanno suscitato il timore di un’incipiente ribellione in un Paese che ancora stenta a riprendersi dalla guerra civile che, tra il 1993 e il 2006, causo’ la morte di oltre 300mila persone. “C’era bisogno di questo processo, perche’ la comunita’ internazionale possa capire le ragioni di questo omicidio, contrastando l’ipotesi che sia da attribuire ad altro”, aveva detto nei giorni scorso il procuratore, Isidore Ntakarutiman.

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