Un gruppo di circa 100 genitori che ha perso il proprio unico figlio intende presentare una petizione al governo per chiedere un risarcimento per il fatto che, non avendo potuto avere a suo tempo altri figli a causa della legge sul figlio unico, ora divenuti vecchi vivono in poverta’ e non hanno piu’ nessuno a cui appoggiarsi.

Il tema della pianificazione familiare e’ in discussione in questi giorni a Pechino dove un gruppo di esperti dell’Universita’ della capitale si e’ riunito per discutere di eventuali modifiche all’attuale legge e per capire come evitare ulteriori tragedie come quella capitata alla donna dello Shaanxi costretta ad abortire al settimo mese di gravidanza perche’ non era in grado di pagare la multa prevista per la nascita del secondogenito. ”Stiamo lavorando su una lettera da presentare al Congresso Nazionale del Popolo – ha detto Li Jianxin, sociologo dell’Universita’ – con modifiche e suggerimenti sulle leggi di pianificazione familiare”. Gli avvocati che hanno partecipato al dibattito in particolare hanno suggerito che occorrerebbero leggi che vietano gli aborti forzati e che la polizia non dovrebbe essere coinvolta nel far rispettare politiche di pianificazione familiare. Li Fangping, uno degli avvocati, ha dichiarato al Global Times che si sta formando un team di avvocati a livello nazionale per fornire gratuitamente consulenza legale e servizi per le vittime di aborti forzati. Non mancano tuttavia i difensori della legge, quelli secondo i quali la nomra, seppur con delle modifiche, dovrebbe rimanere in vigore perche’ rappresenta un utile strumento per il controllo ad una altrimenti sfrenata crescita demografica. Secondo un rapporto pubblicato nel 2007 da un gruppo di ricerca organizzato dalla Commissione di pianificazione familiare, il tasso di fecondita’ totale (TFR) in Cina idealmente dovrebbe rimanere al 1,8 (nascite per donna) per i prossimi tre decenni. Il tasso attuale, secondo i demografi, si sarebbe attestato intorno o appena sotto l’1,5.

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