La Corea del Nord e’ tornata a lanciare missili rompendo una fase di calma: tre unita’ a corto raggio, dalla costa orientale, sono caduti nel mar del Giappone, nelle acque internazionali lontane dalle coste nipponiche.
L’effetto immediato, pur privo di reali minacce, ha portato il ministero della Difesa di Seul ad alzare l’allerta ”per far fronte a eventuali sviluppi”, ha riferito l’agenzia Yonhap. I vettori, di cui due testati in mattinata e uno nel pomeriggio, erano ”probabilmente un’evoluzione di vettori di derivazione sovietica e – secondo le ipotesi piu’ accreditate in base a quanto appreso dall’ANSA – potevano essere la versione aggiornata di un vettore anti-nave o il KN-02, un missile di superficie ricavato dal vecchio SS-21 di produzione sovietica che ha una gittata di poco superiore ai 100 chilometri”. Non e’ escluso che si sia trattato di un’iniziativa collegata a ”regolari” test ed esercitazioni, sull’esempio di quanto fatto il 10 febbraio (con due missili a corto raggio lanciati sempre dalla costa orientale, due giorni prima del terzo test nucleare) e il 15 marzo, con due KN-02. Per gli osservatori, e’ presto per dire se si va incontro a un nuovo ciclo di provocazioni. La tensione sulla penisola, del resto, e’ rientrata da poche settimane, pur se resta insoluta la questione sulla sorte del distretto industriale congiunto di Kaesong, fermo da un mese dopo il ritiro dei 53.000 lavoratori nordcoreani. La tensione era salita alle stelle, in un crescendo costante, a seguito delle esercitazioni militari tra Washington e Seul, partite a marzo e concluse a fine aprile, che per il Nord erano la prova generale di una invasione. Pyongyang, che ha anche minacciato contro Corea del Sud, Stati Uniti e Giappone ”una guerra nucleare preventiva”, aveva gia’ alzato i toni in risposta alle sanzioni decise dal Consiglio di Sicurezza Onu per il terzo test nucleare del 12 febbraio, fatto a due mesi dal lancio del missile/satellite che a dicembre 2012 e’ riuscito a mandare in orbita un oggetto non ben precisato. Durante le settimane di duro scontro (verbale), le truppe speciali nordcoreane avevano puntato i missili strategici su obiettivi sensibili, come le basi Usa nel Pacifico e negli Stati Uniti, oltre ad aver trasportato vettori sulla costa orientale, inclusi due Musudan, a medio raggio, e capaci di coprire Corea del Sud e Giappone, fino all’isola americana di Guam. A inizio maggio, i Musudan, presentati in una parata militare a Pyongyang nell’ottobre del 2010, sono stati rimossi. Intanto, resta ancora da decifrare la visita di Isao Iijima, consigliere del premier nipponico Shinzo Abe, in Corea del Nord. Iijima, tornato oggi in patria, ha avuto colloqui con funzionari di vertice, come Kim Yong-nam, presidente del Presidium dell’ Assemblea suprema. Il viaggio ha sorpreso Stati Uniti e Corea del Sud, che hanno lavorato di stretto concerto con Tokyo su una risposta alle ambizioni nucleari e balistiche di Pyongyang, e creato imbarazzi ad Abe, vista la ‘segretezza’ della missione. Glyn Davies, inviato Usa sulle vicende nordcoreane, ha detto oggi, al termine della sua visita a Tokyo, di essere fiducioso che il governo giapponese sia ”pienamente consapevole delle sfide e delle insidie nei rapporti” con Pyongyang.