La Corea del Nord ha spostato un missile a medio raggio sulla costa orientale in vista di un test imminente o di un addestramento militare: l’ha detto il ministro della Difesa di Seul, Kim Kwan-jin, dinanzi alla commissione parlamentare di Difesa, precisando – secondo l’agenzia Yonhap – che non sembra finalizzato a colpire il continente Usa. La Casa Bianca chiede alla Corea del Nord di smetterla con le minacce ”provocatorie” e di ”conformarsi agli obblighi internazionali”.

Lo afferma la portavoce della Casa Bianca, Caitlin Hayden. ”La Corea del Nord deve smetterla con minacce provocatoria e cercare di conformarsi agli obblighi internazionali” afferma la Casa Bianca, definendo le recenti affermazioni di Pyongyang ”non costruttive”. Si tratta di una ”nuova dichiarazione provocatoria che isola ancora di piu’ la Corea del Nord dal resto della comunita’ internazionale e che sottolinea il bisogno di sviluppo economico”. Ma la Corea del Nord non si ferma: e oggi, per il secondo giorno di fila, ha bloccato l’ingresso di lavoratori, merci e mezzi sudcoreani al distretto industriale di Kaesong nonostante le pressanti richieste di Seul per il ritorno alla normalità.

Il ministero dell’Unificazione di Seul ha reso noto che delle 828 persone rimaste questa notte al complesso, 222 persone e 137 veicoli dovrebbero far rientro al sud nel corso della giornata. Il complesso di Kaesong, una delle principali fonti di valuta estera per le casse della Corea del Nord, è la sintesi del tentativo di cooperazione tra i due Paesi, con i capitali forniti dalle 123 aziende di Seul e la manodopera nordcoreana. Un portavoce del Comitato per la riunificazione pacifica della Core, che fa capo a Pyongyang, ha ventilato che la fine del blocco potrebbe non essere a breve termine. La Corea del Sud “non ha ancora compreso la situazione e sostiene che le misure non dureranno a lungo. Ma questa è una posizione velleitaria”, ha detto il portavoce, attraverso l’agenzia Kcna. In altri termini, il complesso è “sull’orlo del fallimento perché Seul e i suoi mezzi di comunicazione si rifiutano di abbandonare i loro modi conflittuali e continuano a dire che noi non abbiamo il coraggio di fare nulla su Kaesong, perché è una ‘fonte di denaro'”. In mancanza dello stop agli “insulti”, Pyongyang potrebbe ritirare i suoi oltre 53.000 lavoratori. In risposta alla decisione del Nord, il ministero dell’ Unificazione sudcoreano ha promesso di garantire la sicurezza alle persone rimaste a Kaesong.

 

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