Monito della Casa Bianca all’Europa: c’é scetticismo sui passi finora intrapresi per fermare la crisi e per evitare che la stessa peggiori. Per questo l’amministrazione Obama reclama – ma ormai si potrebbe dire ‘pretende’ – che la Ue vari adeguate misure per scongiurare il rischio contagio.

A Washington l’insofferenza per un Vecchio Continente incapace di reagire come dovrebbe, prigioniero dei contrasti tra le varie capitali, cresce di giorno in giorno. Di fronte alle continue schermaglie sugli eurobond o alle contrastanti voci sul possibile “piano salva euro” – che alcuni danno per certo ma che Bruxelles continua a negare – il presidente americano, Barack Obama, sembra proprio aver perso la pazienza. E – a poche settimane dal decisivo Consiglio dei capi di Stato e di governo della Ue di fine giugno – il portavoce della Casa Bianca Jay Carney attacca. Di solito misurato nelle parole, stavolta Carney non si limita a confermare la fiducia nella capacità dei leader europei di venirne a capo. “I mercati – ha detto senza mezzi termini – restano scettici sul fatto che le misure prese finora siano sufficienti per garantire una ripresa in Europa e per rimuovere il rischio che la crisi si aggraverà. Altri passi devono essere compiuti”. Perché qui – ha ribadito – non si tratta solo di salvare la zona euro, ma di salvaguardare l’intera economia mondiale. Un concetto che il presidente Obama negli ultimi giorni ripete quasi ossessivamente. Sotto gli occhi ha i dati che indicano una frenata dell’economia americana nei primi tre mesi dell’anno e una disoccupazione che a maggio, dopo un anno, è tornata a rialzare la testa. Cifre che minacciano la ripresa, ma anche le chance di rielezione dell’attuale inquilino della Casa Bianca. Quest’ultima si tiene comunque in “regolare contatto” con le cancellerie europee, ha ripetuto Carney, che vengono costantemente invitate a seguire l’esempio degli Stati Uniti e di come reagirono dopo la crisi scoppiata nel 2007. Un invito, dunque, a tener conto di quella ricetta – soprattutto sul fronte dei problemi del sistema bancario – che se ha funzionato da una parte dell’Atlantico potrebbe ben funzionare anche dall’altra. L’allarme della Casa Bianca è tra l’altro quello lanciato anche dalle pagine del Wall Street Journal, secondo cui gli investitori internazionali sono sempre più preoccupati per la crisi dell’Eurozona e dall’eventualità – non più così remota – che un crollo della Grecia possa portarsi dietro anche altri Paesi come la Spagna. Col risultato di un vero e proprio “prolungato declino mondiale”.

 

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