“Ho organizzato tre jet privati per Snowden in tre diversi aeroporti cinesi per portarlo in Islanda. I posti sui vari aerei di linea a suo nome sono stati invece acquistati dall’organizzazione, e quando alla fine è stata scelta Mosca come destinazione, allora ho annullato i jet”.

Adesso che la fonte del datagate si trova nell’aeroporto moscovita di Sheremetyevo, è stato previsto “un numero di opzioni diverse per gli spostamenti, con mezzi pubblici e privati. Ma non è chiaro ancora come e quando partirà”. Lo dice l’imprenditore islandese Olafur Sigurvinsson, finanziatore di Wikileaks, in un’intervista al Corriere della Sera. Mentre i tre jet per l’Islanda aspettavano Snowden, racconta l’imprenditore, Wikileaks ha fatto richiesta di asilo per lui nel Paese, nella speranza che arrivassero delle garanzie del ministero dell’Interno, come “una conferma dell’asilo e che non verrà estradato negli Stati Uniti, e possibilmente anche la cittadinanza. Ci hanno detto che la sua domanda sarebbe finita alla fine della lista dei richiedenti, ci vorrebbero mesi. E poi ci sarebbero state pressioni politiche”.

 

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