Colpi di scena in rapida successione nelle ultime ore al Cairo. Mentre centinaia di migliaia di persone in serata esultavano in piazza Tahrir per il decreto del presidente Mohamed Morsi di ridar vita al parlamento a maggioranza islamista sciolto dal Consiglio Supremo delle Forze Armate il 15 giugno, con una mossa a sorpresa l’Alta Corte Costituzionale annunciava la sospensione di quel decreto, dopo che oggi l’Assemblea del Popolo (camera bassa) si era riunita per 12 minuti.
Nonostante i ripetuti equilibrismi che nelle ultime ore sono stati tentati da tutti per non far esplodere uno scontro diretto tra neopresidente, militari e giudici, la decisione della corte non potra’ non avere conseguenze anche pesanti. Come prima reazione per ora e’ stato annunciato un discorso del presidente Morsi. In mattinata l’Assemblea del Popolo aveva deciso il rinvio alla Corte di Cassazione della sentenza della Corte Costituzionale che aveva dichiarato illegittima la legge elettorale sulla base della quale era stato eletto, tra novembre e gennaio, un terzo dei deputati della stessa Assemblea. Mentre continua l’impegno intenso di varie forze per un compromesso tra presidente e Fratelli Musulmani da una parte, militari e potere giudiziario dall’altra, con una dichiarazione piu’ d’effetto che altro, il presidente del potente ‘Club dei giudici’, Ahmed El Zend (noto per la sua posizione a favore del vecchio regime) ha dato un ultimatum di 36 ore a Morsi perche’ ritiri il suo decreto, mentre gli scritti al Club annunciano un o sciopero. Molto preoccupato di una ‘esplosione di tensione’ si e’ detto il premio Nobel per la pace Mohamed El Baradei, che ha sollecitato il presidente Morsi a tenere al piu’ presto una riunione con i vertici militari e quelli giudiziari. Il ministro degli esteri tedesco, Guido von Westerwelle, al Cairo per un colloquio con lo stesso presidente, si e’ detto convinto che l’Egitto riuscira’ a superare questa crisi, mentre il segretario di stato statunitense, Hillary Clinton – che sabato prossimo dovrebbe incontrare il presidente egiziano ad Alessandria d’Egitto – da Hanoi ha invitato energicamente ad ”un dialogo urgente ed a sforzi comuni tutte le parti in Egitto per evitare che il processo di transizione in corso deragli”. Poche ore prima che in piazza Tahrir risuonassero slogan di fuoco contro i militari ed il Consiglio Supremo della Difesa e contro i giudici che si oppongono alla ripresa di attivita’ del parlamento, e mentre si teneva la riunione-lampo del parlamento, Morsi era intervenuto accanto al capo supremo dei militari, il maresciallo Hussein Tantawi, ed al capo di stato maggiore dell’esercito, Sami Anan, ad una cerimonia per la consegna di diplomi a cadetti dell’Aeronautica egiziana, a Sharqiya, 140 chilometri a nord della capitale. Sui loro visi i fotografi presenti hanno fissato sorrisi apparsi molto ‘di convenienza’. Anche ieri Morsi era intervenuto ad un’altra cerimonia militare durante la quale pero’ aveva scambiato con i militari – riferiscono i giornalisti presenti – saluti improntati a ‘grande cordialita”. Durante la riunione del parlamento, il presidente dell’ Assemblea, Saad Katatni ha ripetutamente sottolineato che il decreto per ridare vita al parlamento non e’ mirato contro la sentenza della Corte Costituzionale, ma ha annullato la decisione dello scioglimento dell’organo legislativo presa dai militari. Tuttavia ha rimesso una valutazione della sua validita’ all’altro organismo giudiziario, la Corte di Cassazione, nonostante quella Costituzionale avesse gia’ reso noto che le sue decisioni sono inappellabili. Sul sito dei Fratelli Musulmani e’ anche apparsa la dichiarazione di un portavoce di Morsi, secondo la quale ”prima della sua partenza per l’Arabia Saudita, dove compira’ una visita di stato, domani, il presidente nominera’ il nuovo primo ministro”. Ora il fiato e’ sospeso nell’attesa di nuove reazioni del presidente e delle forze che lo sostengono dopo la decisione dell’Alta Corte Costituzionale.