La polizia egiziana ha annunciato di aver scoperto nel Sinai la testa decapitata di un uomo sequestrato dai fondamentalisti islamici, a quanto sembra per il suo ruolo nell’uccisione di un estremista.
Un responsabile della sicurezza ha indicato che un altro uomo, anche lui accusato dell’omicidio, è stato sequestrato dai militanti beduini. Una fonte tribale ha riferito che la testa ritrovata nell’area di Muqatta nel nord del Sinai apparteneva a Manazil Bereikat, della stessa tribù dell’estremista ucciso in una misteriosa esplosione vicino alla frontiera israeliana, il 26 agosto. All’epoca i testimoni riferirono che il militante, Ibrahim Ouda Bereikat, morì in un’esplosione mentre cercava di sparare un razzo verso Israele. Fonti di sicurezza hanno indicato che potrebbe essere stata una mina terrestre a ucciderlo. La fonte tribale ha spiegato che i fondamentalisti dietro il rapimento di Manazil hanno accusato lui e diversi altri uomini di aver piazzato una trappola esplosiva per assassinare Ouda Bereikat. Esercito e polizia dell’Egitto hanno incrementato la loro presenza nella penisola per contrastare i fondamentalisti islamici, dopo l’attacco di uomini armati contro un avamposto di frontiera costato la vita, lo scorso 5 agosto, a sedici militari egiziani.