All’Italia serve un governo “il prima possibile”, instradato sulla via delle riforme tracciata da Mario Monti, ma con un po’ più di flessibilità. Questo è il messaggio che arriva dall’Europa, finora inconsapevole dell’ampiezza della situazione italiana e che si è vista mettere sul tavolo dal premier uscente, al suo ultimo vertice, il ‘caso Italia’. Un vero e proprio esempio di scuola che ha raccolto, come ha raccontato lo stesso Monti, la preoccupazione di tutti. Il risultato del voto e il caos post elettorale che regna nel paese sono infatti una “lezione da imparare assolutamente”, ha riconosciuto il presidente francese Francois Hollande, perché dimostra che quando il risanamento procede “troppo in fretta”, “il rischio è il rigetto dell’Europa in quanto tale”.
Con derive preoccupanti in cui, oltre al rifiuto dell’Ue e della classe politica nazionale, si affermano – ha messo in guardia l’ex presidente dell’Eurogruppo Jean Claude Juncker – forze politiche che fanno appello alla credulità della gente. Per esempio il M5S di Grillo che, ha avvertito il premier lussemburghese, “ha fatto promesse di natura estremamente irresponsabile” come l’uscita dall’euro, o ancora come quelle di Berlusconi sul rimborso dell’Imu. Monti si è visto così riconoscere la giustezza delle sue richieste per una maggiore flessibilità del deficit sulla spesa per gli investimenti produttivi, non solo da Bruxelles ma anche dalla cancelliera tedesca Angela Merkel. “Ha perfettamente ragione – ha assicurato Merkel – nel programmare di usare i margini consentiti dal Patto di stabilità per finanziare gli investimenti” per la crescita. Un’eredità preziosa per il governo che verrà e che raccoglierà anche i benefici delle riforme fatte dal governo Monti. E che quest’ultimo, si è rammaricata la cancelliera, non ha fatto in tempo a vedere, perché “ci vuole tempo”. E se sfumano gli auspici per un governo “subito dopo la prima sessione del Parlamento”, resta il pressing europeo, di cui si è fatta portavoce la Merkel, per avere un esecutivo “il prima possibile”. Mettere in piedi una maggioranza, però, ha riconosciuto Hollande, “sembra difficile”, anche se “nell’interesse del popolo italiano non dubito che le forze politiche ci lavoreranno”. Un altro appello al “buon senso” è arrivato dal presidente Ue Herman Van Rompuy, che ha auspicato anche il mantenimento della “direzione generale” di Monti.