La radioattivita’ di Fukushima e’ stata rintracciata a livelli elevati nelle acque al largo delle coste giapponesi: in particolare elementi radioattivi quali il cesio sono stati trovati nelle acque oceaniche, nello zooplancton e nei pesci.

Riportati sulla rivista Pnas, sono i risultati dell’indagine diretta da Ken Buesseler della Woods Hole Oceanographic Institution, a Woods Hole. Buesseler nel giugno 2011 (pochi mesi dopo l’incidente) ha svolto delle rilevazioni su fauna ittica e sulle acque oceaniche da 30 a 600 chilometri dalla costa. Sono emersi elevati livelli di radioattivita’: la presenza del cesio radioattivo proveniente da Fukushima e’ risultata a livelli 1000 volte piu’ alti di quelli documentati nelle zone e nella fauna prima dell’incidente. L’uso dell’acqua per raffreddare i reattori puo’ aver contribuito di molto alla dispersione della radioattivita’ nelle acque marine. Sebbene i livelli accertati di radioattivita’ non siano di per se’ preoccupanti per la vita oceanica e per i consumi umani di pesce, secondo gli autori i risultati di questo studio sono importanti se letti alla luce di una esposizione prolungata agli elevati valori di radioattivita’ riscontrati, specialmente se il rilascio nell’oceano di elementi radioattivi perdurasse tuttora.

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