“La crescita è una priorità”. Mentre il solo rigore e un’austerity fine a sé stessa sono un pericolo troppo grande per l’Europa e per il resto dell’economia mondiale. Quello che serve è quindi “un approccio responsabile” e “un’agenda forte” che spazzi via i fantasmi di una nuova recessione globale, sostenga la ancor debole ripresa e rilanci lo sviluppo.

Barack Obama e Francois Hollande, al termine della prima visita del neopresidente francese alla Casa Bianca, parlano la stessa lingua. E si presentano uniti al blindatissimo vertice del G8 di Camp David, uno dei più drammatici degli ultimi anni. Sul tavolo degli otto Grandi aleggia lo spettro dell’uscita della Grecia dalla moneta unica, ma anche quello di un’esplosione della crisi in altri Paesi dell’Eurozona, a partire dalla Spagna. Col rischio che il contagio arrivi Oltreoceano. Obama trova in Hollande la sponda auspicata, così come l’aveva già trovata nel premier italiano Mario Monti, che oggi è tornato a chiedere “una crescita più vigorosa”. E al tavolo del G8 la cancelliera tedesca, Angela Merkel, appare sempre più isolata nella sua determinazione a portare avanti la dottrina ‘Merkozy’: quella linea rigorista che fino a poche settimane fa veniva condivisa dall’ex inquilino dell’Eliseo e di fatto imposta a tutta l’Eurozona. Ma ora lo scenario è cambiato. Sarkozy non c’é più. E la stessa Merkel appare sempre più indebolita, persino sul piano interno, con la recente batosta elettorale nel lander Nord Reno Westfalia. “Questo summit – ha avvertito Obama, che nella sua residenza di Camp David ha accolto i leader per la cena che ha aperto il G8 – deve servire a promuovere la crescita. Perché questa è una questione di straordinaria importanza che non riguarda solo i Paesi europei, ma l’intera economia mondiale”. Di qui l’invito ad un “approccio responsabile” per risolvere la crisi del debito nel Vecchio Continente, “affiancando al necessario consolidamento dei bilanci pubblici una forte agenda per la crescita”. Il pressing Usa è forte più che mai, anche perché Obama sa che su questo terreno si gioca la rielezione. Hollande – che tra visita alla Casa Bianca, G8 e vertice Nato é protagonista di un vero e proprio ‘battesimo di fuoco’ sul piano internazionale – non fa una piega, e annuncia che a margine del summit ci sarà un ‘gabinetto di crisi’ tra i leader europei del G8. “Col presidente Obama c’é una convergenza di vedute. La crescita è una priorità, è la sfida principale delle prossime settimane e dei prossimi mesi. E siamo d’accordo – ha aggiunto il neo presidente francese – sul fatto che la Grecia non deve uscire dall’Eurozona, deve restarci. Questo il messaggio che vogliamo mandare ai greci che andranno di nuovo a votare”. Parole importanti nel giorno in cui da Bruxelles arrivano voci – seppur smentite – su un piano B allo studio di Commissione Ue e Bce in cui Atene non figura più come membro della moneta unica. Del resto, solo pochi giorni fa anche il numero uno del Fondo monetario internazionale, Christine Lagarde, aveva ammesso come oramai l’uscita della Grecia dall’euro è un’opzione che non può non essere presa in considerazione.

 

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