La tregua annunciata a Gazanon sara’ oggi, forse domani. A conclusione di una giornata segnata dal tam-tam di dichiarazioni diplomatiche su un possibile cessate il fuoco nella Striscia di Gaza, fonti della presidenza egiziana, citate dalla Cnn, hanno fatto sapere di non prevedere per oggi alcun annuncio sulla fine delle ostilita’ tra israeliani e palestinesi. Spiragli per un cessate il fuoco nella Striscia di Gaza erano arrivati in mattinata con le dichiarazioni di Israele di un congelamento dell’offensiva terrestre, mentre dal Cairo arrivavano voci di un accordo vicino per la tregua, entro 24-48 ore.
Lo stesso presidente egiziano, Mohamed Morsi, aveva affermato che la “farsa dell’aggressione israeliana” alla Striscia diGaza sarebbe finita nella giornata di oggi. E fonti di Hamas e della Jihad islamica avevano confermato che l’annuncio sarebbe stato questa sera dal Cairo alle ore 20.00 italiane per entrare in vigore alle 23.00. Poi la marcia indietro. IL presidente ha fatto retromarcia nel pomeriggio puntualizzando di voler esprimere solo la “speranza” di una tregua. E ancora la rettifica delle fonti di Hamas, sempre citate dalla Cnn, che chiarivano che non e’ stata ancora firmato un accordo per una tregua effettiva e che alle 21 locali (le 20 in Italia) nell’annunciata conferenza stampa al Cairo sarebbe stato reso noto l’inizio di un “periodo di calma”, preliminare. Annuncio seguito da dichiarazioni di fonti di Hamas ancora piu’ negative: la tregua non e’ possibile annunciarla perche’ gli israeliani non hanno fornito risposte alla bozza dell’intesa gia’ approvata dai palestinesi, “dobbiamo attendere fino a domani”. Infine in ‘niet’ della presidenza egiziana, impegnata da giorni in una difficilissima operazione di mediazione del conflitto. Intanto sul terreno la battaglia e’ proseguita per tutta la giornata: e’ salito a oltre 130 morti, tra cui 31 bambini, il bilancio dell’offensiva israeliana, 21 solo in giornata. Da parte israeliana le vittime sono cinque, due solo in giornata. Una strage e’ stata sfiorata a Beersheva, localita’ costiera israeliana 40 chilometri dall’enclave palestinese. Un razzo di fabbricazione iraniana Fajr 5 ha colpito un autobus che era stato appena abbandonato dai passeggeri, allertati dalle sirene d’allarme. Solo l’autista e’ rimasto leggermente ferito nell’esplosione. In totale dalla mattinata sono stati lanciati 80 razzi. Israele sembra ferma nel proposito di voler vedere l’impegno massimo dei palestinesi nella ipotetica tregua, mettendo alla prova l’affidabilita’ non solo di Hamas e della Jihad islamica ma di tutta la galassia delle fazioni attive nella Striscia di Gaza. Il premier israeliano, Benjamin Netanyahu, rimasto ieri in riunione fino a notte fonda con i suoi principali ministri decidendo di congelare per il momento l’offensiva terrestre per dar tempo all’Egitto di mettere a punto i dettagli del cessate il fuoco con Hamas, ha avvertito di avere, da un lato, “la mano tesa” e, dall’altro, “la spada”, sollecitando i capi di Hamas a scegliere tra le due alternative. Intanto a Tel Aviv e’ arrivata Hillary Clinton che gia’ stasera vedra’ il premier Netanyahu a Gerusalemme, prima di proseguire domani per Ramallah dove sara’ ricevuta da Abu Mazen. Il segretario di Stato Usa volera’ poi al Cairo per parlare con Morsi. A Gaza sono anche arrivati i ministri degli Esteri di 10 Paesi della Lega Araba piu’ la Turchia per portare la solidarieta’ ai palestinesi, a conferma della crescente preoccupazione per l’escalation del conflitto.