Entrerà in vigore alla mezzanotte locale (le 23 in Italia) l’annunciata tregua fra Israele e le fazioni radicali palestinesi di Gaza mediata dall’Egitto. Lo riferiscono fonti egiziane, citando Hamas. L’annuncio è atteso alle 20 al Cairo, in una conferenza stampa congiunta di Hamas, Jihad Islamica e di un emissario egiziano.
Israele ha ‘congelato’ per il momento l’ipotesi di un’invasione di terra a Gaza dopo la riunione della notte scorsa del gabinetto di crisi del governo Netanyahu che ha esaminato la proposta di tregua mediata dall’Egitto. A riferirlo è stato un alto funzionario israeliano citato da vari media. Le trattative quindi proseguono ma, ha avvertito stamattina il premier israeliano, se i razzi continueranno a piovere su Israele “saremo costretti a prendere provvedimenti più vasti, e non esiteremo a farlo”.
Parole, quelle di Netanyahu, confermate più tardi anche dal suo numero due, il vice premier Moshe Yaalon, secondo cui “se gli attacchi terroristici persistono, dovremo espandere l’operazione”. Il settimo giorno dell’operazione ‘Colonna di nuvola’ continua comunque a registrare raid sulla Striscia (almeno 4 i palestinesi uccisi) e razzi sparati sul sud di Israele. In particolare è stata bersagliata la città di Beer Sheva, nel Neghev: uno dei missili ha centrato un autobus, sfiorando la strage.
I passeggeri erano infatti fuggiti dall’ automezzo pochi istanti prima, al suono delle sirene di allarme. Anche la città di Ashqelon è sotto attacco. Oltre un milione di persone nel sud di Israele restano in prossimità dei rifugi e in un raggio di 40 chilometri da Gaza tutte le scuole israeliane sono chiuse. Il clima quindi, nonostante gli sforzi per arrivare ad un cessate il fuoco, resta molto teso. Mohammed Deif, comandante militare di Hamas sopravvissuto ad attacchi mirati, ha ad esempio affermato che “il nemico pagherà caro”.
E il premier turco Recep Erdogan ha accusato Israele di “pulizia etnica” nella Striscia. Sul fronte diplomatico le tre missioni più importanti oggi sono la visita di una delegazione dei ministri degli Esteri della Lega Araba a Gaza, il tour nella regione del segretario generale dell’Onu Ban ki-Moon e l’arrivo previsto in serata di Hillary Clinton a Gerusalemme. Mentre dalla Cambogia Obama – che pure si sta spendendo personalmente per una tregua – ha negato di aver frenato Netanyahu sull’operazione di terra: “Israele – ha affermato il presidente Usa – ha il diritto di prendere le proprie decisioni relative alla sicurezza”.