Lo spettro di nuove persecuzioni torna ad agitare la comunita’ cristiana dello Stato indiano dell’Orissa. Un pastore e l’intera comunita’ di un villaggio cristiano, circa 12 famiglie, sono stati attaccati violentemente e feriti da una gruppo organizzato di circa 50 estremisti indu’.

Nelle Chiese locali e’ ancora vivo il ricordo dei pogrom nel distretto di Kandhamal e che sfociarono in veri massacri anticristiani. La violenza questa volta e’ avvenuta nel distretto di Balasore. Come spiega all’agenzia vaticana Fides, citata anche dalla Radio Vaticana, il ”Global Council of Indian Christians” (Gcic), organizzazione ecumenica che monitora la condizione dei fedeli cristiani in India, il 15 giugno il pastore cristiano Evangelist Baidhar, 50 anni, leader di una comunita’ di preghiera, e’ stato assalito e percosso, senza alcuna ragione, da un gruppo di fanatici indu’ armati, mentre stava tornando a casa dopo un incontro di preghiera nella residenza di un credente nel villaggio di Mitrapur Makhapada. Il pastore e’ stato lasciato tramortito a terra, in strada, con numerose ferite. Sarebbe morto se alcuni fedeli non lo avessero ritrovato e portato al vicino ospedale. Quando i radicali indu’ hanno saputo che il pastore era stato salvato dai fedeli del villaggio, la sera dello stesso giorno, un gruppo di circa 50 estremisti indu’ ha attaccato l’intero gruppo composto da circa 12 famiglie cristiane, causando ferite e lesioni gravi ad una ventina di fedeli. Gli estremisti hanno pure saccheggiato le loro case e picchiato tutti i credenti. Dopo l’assalto, per timori di nuove violenze, tutti i fedeli sono fuggiti e si sono rifugiati nei boschi circostanti. Il Gcic, venuto a conoscenza dell’episodio, ha contattato i fedeli locali e convinto il pastore Baidhar a sporgere denuncia presso la stazione di polizia di Nilgiri.

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