Niente carcere per ora. La Magistratura di Kollam ha deciso oggi di affidare per altri sette giorni la custodia alla polizia (‘police custody’), dei due marò italiani. L’Alta Corte del Kerala ha deciso oggi a Kochi rinviare a martedì la sentenza sul ricorso dell’Italia contro la denuncia per l’omicidio di due pescatori, ma ha chiesto al governo indiano e a quello locale di precisare le loro posizioni in una contro-memoria. La Corte ha inoltre chiesto delucidazioni sulla mancanza di cooperazione fra le parti.
Nella sentenza, i giudici ingiungono il governo centrale e quello del Kerala a presentare “una contro-memoria in merito alla petizione dei due militari italiani in cui chiedono di ritirare la denuncia per omicidio presentata dai pescatori” ha detto all’ANSA l’avvocato B.Raman Pillai, il legale dei due marò. Il ricorso era stato presentato ieri a nome dei due fucilieri e del governo italiano e solleva una “eccezione di giurisdizione” sostenendo che la giustizia indiana non è competente per reati che avvengono al di fuori del limite delle acque territoriali fissato a 12 miglia nautiche secondo il diritto internazionale. Il sottosegretario agli Esteri Sytaffan de Mistura si è recato oggi nel circolo ufficiali della polizia di Kochi per incontrare i due marò arrestati. Ha incontrato nella tarda serata di ieri il “chief minister” dello stato meridionale indiano del Kerala, Oomen Chandy, in merito alla vicenda dei due marò arrestati, non producendo apparentemente risultati concreti. Secondo quanto riporta oggi la televisione Ndtv, “la visita non è riuscita a sbloccare lo stallo tra India e Italia”. Il politico ha ribadito alla delegazione la sua posizione, che è quella “che non c’é spazio per la diplomazia”. Secondo la fonte, nell’incontro, avvenuto a Kottayam (75 km da Kochi) e durato circa un’ora, Chandy ha detto che i due pescatori “sono stati uccisi brutalmente” e che “non è disposto ad affrontare l’argomento di eventuali risarcimenti”. Ha poi aggiunto che “non è il momento giusto” di incontrare le famiglie delle vittime. “L’Italia è con loro e non li lasceremo mai soli”, ha detto all’ANSA il sottosegretario agli Esteri dopo aver incontrato i due marò italiani nella guest house della polizia nel porto di Kochi. “Ho visto il maresciallo Latorre e il sergente Girone – ha affermato De Mistura aggiungendo che stanno affrontando la situazione “con la dignità che hanno finora dimostrato”. In merito ai tentativi diplomatici del governo italiano, ha precisato che “oggi sarà una giornata delicata” e che “aspettiamo di vedere come procede l’aspetto legale della vicenda, visto che l’ingranaggio giudiziario è iniziato”. De Mistura non ha poi confermato la sua intenzione di incontrare le famiglie dei due pescatori uccisi. “E’ un elemento che valuteremo” ha concluso. “Uno dei punti chiave della vicenda sarà l’esame balistico sulle armi usate” e a questo proposito “speriamo che sia realizzato in maniera che anche l’Italia abbia accesso alla verifica e che i risultati possano essere ben compresi”. La polizia indiana intende infatti effettuare una perquisizione a bordo della petroliera ‘Enrica Lexie’ con l’intenzione di sequestrare le armi dei militari. Il numero due della Farnesina ha detto inoltre che l’Italia manterrà la sua posizione sulla giurisdizione nella acque internazionali e che l’incidente è avvenuto a 22,5 miglia nautiche dalla costa. In risposta a una domanda di una giornalista indiana sull’ipotesi di un risarcimento alle famiglie dei pescatori, De Mistura ha risposto che “capiamo il loro dolore e le loro difficolta” e “pensiamo che meritino assistenza”. I marò Massimiliano Latorre e Salvatore Girone sono partiti con la polizia dalla guest house del porto di Kochi per andare dal giudice distrettuale di Kollam, a circa 150 chilometri di distanza. Dovranno comparire davanti al magistrato entro le 16 ora locale (11:30 in Italia) quando scadrà il fermo di polizia di tre giorni.